Quel problema tattico. Forse Inzaghi ha sbagliato, ma gli interisti di più
Sembra davvero che nessuno come gli interisti possegga un cupio dissolvi che distrugge con spietatezza in un attimo tutto quanto costruito faticosamente. L’Inter allo Stadio Olimpico ha perso meritatamente per gli errori fatti, non per il gioco non prodotto. Ancora una volta ha azzannato bene l’inizio dei due tempi, poi è svanita, e soprattutto la Lazio è stata più furba: che non vuol dire necessariamente giocare meglio, ma sicuramente essere più efficace, e quello oggettivamente alla fine conta.
Stavolta non conta soltanto la mancanza di concretezza, c’è un problema preciso e circoscritto: come avevo avvisato dopo il Villarreal, come si è visto sporadicamente contro il Lecce, ancora una volta e questa volta esizialmente è nella squadra che rimane con troppi uomini oltre la linea dei palloni persi che risiede il vero problema. L’Inter si è fatta infilzare di nuovo e ancora su contropiede, con difesa esposta, con centrocampo costretto a rincorrere la palla persa trovandosi tutto al di là della linea, e conseguente disordine nell’andare a suturare.
Su questo Simone Inzaghi deve lavorare, e sicuramente se ne rende conto. Ma sembra che quello che debba ottenere, tatticamente, passi non dall’apprendimento del concetto, quanto dal lavoro psicologico per ottenere il necessario sacrificio e umiltà che la squadra in questo momento non ci sta mettendo, nell’essere accorta e non riversarsi in 7 in avanti senza badare alle conseguenze e senza coprire le zone nevralgiche del campo aiutandosi l’un l’altro, anziché sbracciare spazientiti verso il compagno.
Ha sicuramente commesso errori Simone: semplicemente troppo azzardata la scelta di Gagliardini, e - per quanto stanco - il lavoro di Dumfries rimane unico ed essenziale quando hai assoluta necessità di trovare la porta.
Ma chi sta sbagliando più del mister sono i tifosi interisti: incredibile il tiro al bersaglio che si è scatenato dopo la sconfitta. Vedi i milanisti e gli juventini, chiese fedeli di supporto nei momenti difficili, e non si capisce come l’interista si faccia prendere dal nervosismo. Sicuramente più apprezzabile il suo spirito critico rispetto all’obbedienza cieca, ma la sconfitta meritata ha riportato la frustrazione per aver perso lo scudetto verso i cugini per un’inezia. Come se in mezzo non ci fosse stata una ottima e vincente stagione, come se i risultati non fossero arrivati con il miglior gioco d’Italia, come se le condizioni strutturali non fossero terribili - e in parte continuino ad esserlo.
L’allenatore ha sbagliato? Certo, ma in altre occasioni quel suo tipo di decisioni ha ribaltato il risultato.
La squadra ha meritato di perdere? Certo, ma ha prodotto, e ha perso per errori circoscrivibili.
La rabbia degli interisti è francamente immotivata.
Lo scudetto 2022 ormai è andato, inutile farsi prendere dai rimorsi e riversarli sulla squadra.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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