Quanto è davvero forte l'Inter

Quanto è davvero forte l'InterTUTTOmercatoWEB.com
giovedì 16 dicembre 2021, 21:52Editoriale
di Lapo De Carlo

Il valore dell’Inter nel giro di pochi mesi è cresciuto del 200% rispetto alle previsioni iniziali.
Certo, c’è chi non mette mai in discussione nulla (è una filosofia) e oggi può dire ad alta voce di aver sempre avuto fiducia nella squadra, ma dopo l’estate la stragrande maggioranza di noi era perplessa per le due cessioni eccellenti, amareggiata per l’addio di Conte che in molti avevano persino “compreso”: “gli stavano vendendo tutti, ha fatto bene ad andarsene” diceva qualcuno fino ad ottobre e per l’incredibile sfortuna capitata a Christian Eriksen (che a breve lascerà l’Inter perché il CONI non gli da l’autorizzazione per tornare a giocare in Italia).
Quello che oggi si fa fatica a comprendere è come in così poco tempo la squadra abbia recepito, metabolizzato e messo in pratica le idee di Simone Inzaghi, partendo dalle basi messe da Antonio Conte.


Chiunque fosse a San Siro domenica sera si sarà accorto di quanta gente fosse sbalordita dalla qualità del gioco, chiedendosi se l’Inter avesse mai giocato così. Ho avuto la possibilità di chiederlo all’ex presidente Ernesto Pellegrini che, pur senza fare paragoni, concordava col parallelo dell’Inter dei record, divertente e armonica nonostante sui giornali si preferisse descriverla diversamente.
L’Inter di Bersellini, già prima del tricolore, quella di Castagner e Mancini si segnalano come quelle più divertenti ma nonostante il gioco scintillante non tutte hanno vinto.
La squadra di Inzaghi è cresciuta a vista d’occhio ma i prossimi due mesi saranno decisivi per definire la grandezza effettiva. Il calendario folle metterà l’Inter nella condizione di doversi giocare quasi tutto nello spazio di due mesi. Il 12 gennaio la finale di Supercoppa con la Juve, il 16 il big match contro l’Atalanta.


Poi il 6, il 13 e il 16 febbraio Napoli, derby e l’andata col Liverpool, più la coppa Italia (Empoli) ancora da collocare.
Oggi i tifosi da una parte sono arrabbiati per l’incredibile disastro dei sorteggi che hanno portato a illudersi di poter giocare un ottavo alla pari con l’Ajax, passando in due ore alla cancellazione e alla pallina del Liverpool, ma rivendicano orgogliosamente rispetto per l’Inter, perché le partite vanno giocate.
Rivendicazione corretta che passa soprattutto dall’entusiasmante cavalcata che in un solo mese ha permesso all’Inter di rimontare sia nel girone di Champions che in Campionato, ottenendo il primato.
Eppure la partita col Real Madrid, al netto delle circostanze (sfortuna, espulsione, gara senza valore per la qualificazione e ottimo gioco fino alla parità numerica) è bastata per scatenare l’arte del ridimensionamento da parte di stampa e molti tifosi. In un amen quel 2-0 ha dato fiato alle perplessità, esasperate dalla delusione o, più semplicemente, da un certo cinismo forse maturato negli anni.
Non è vero che se l’Inter verrà eliminata dal Liverpool non ci saranno conseguenze, perché questa squadra gioca per vincere e pretende di farlo contro chiunque, anche contro la logica. E’ un ambizione magnifica ancorchè pericolosa, specie se ci si gioca molto in poco tempo e si sente il fiato delle aspettative di tutti sul collo.
L’unica vera incognita è legata alla forma fisica e gli infortuni. Nessuno sa se questa squadra riuscirà a mantenere la continuità di rendimento o se avrà un calo che le impedirà di giocare come sempre per qualche settimana. E’ un interrogativo legittimo, considerando il mini crollo di Milan e Napoli, rimontate in pochissimo tempo anche a causa di tanti infortuni che hanno patito.
Chi sta davvero impressionando è l’Atalanta, che sembra la rivale più attrezzata per vincere lo scudetto. Ha un progetto partito da lontano, esperienza europea e un gioco molto simile a quello dell’Inter.
Da ottobre ha persino fatto più punti di tutte ma viene ancora snobbata come autentica pretendente, o almeno non ancora accreditata come Milan e Napoli per duellare contro i Campioni d’Italia.
In questo senso la sfida di gennaio a Bergamo sarà determinante.
Oggi però ci godiamo la creatura di Simone Inzaghi che sta piacevolmente illudendo di poter raggiungere qualsiasi risultato

 

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