Perché un’Inter così non si vedeva da 12 anni
Il totale lo farà la somma, come dice Totò. Quindi sarà la fine stagione con scudetto o meno a dire che Inter è stata. E tutto è provvisorio, come testimonia il titolo d’inverno del Milan dell’anno passato.
Ma l’Inter che si è appena vista a Salerno, o meglio che si sta vedendo sistematicamente da inizio anno, senza soluzione di continuità, ricorda qualcosa che non si vedeva da tanto, tanto tempo. In casa nerazzurra, si intende.
Perfino da prima e oltre l’Inter di Conte, e prima di quella del Triplete di Mourinho.
Parliamo di un’Inter capace di fare quello che deve quando ce lo si aspetta, di non sbagliare l’approccio, di fare sempre la partita indistintamente. L’Inter di Simone Inzaghi ha svolto la partita ‘giusta’ 23 volte su 24, sbagliando preparazione solo con l’andata a Kiev, e poi dettando sempre i tempi e applicando il proprio piano. Altri sono stati i problemi, sul piano della gestione dei Secondi Tempi, ma tutto il lavoro di avvicinamento e impostazione ha rasentato la perfezione.
E una cosa così l’Inter non la vedeva dalla stagione 2008-09, quella del primo scudetto di Mourinho. Per carità, non è l’unica cosa importante e non necessariamente la più importante: l’Inter del Triplete è stata ovviamente la più forte di tutte, capace di un crescendo e di apici toccati raramente della storia del calcio italiano; l’Inter dello scudetto di Conte è stata una macchina quando doveva esserlo e furba quando le veniva richiesto, adatta è il caso di dire. Ma un’Inter capace di fare in scioltezza la propria partita sistematicamente contro le piccole, di non complicarsi inutilmente la vita per poi essere costretta a riprenderla con vigore, forse non si vedeva proprio da quella prima Inter di Mourinho: si sbarazzò del campionato in maniera naturale, trascinata anche da uno dei migliori Ibrahimovic di sempre, e che però mancò di ascendere nella prestazione in Europa.
L’Inter di Simone Inzaghi a Salerno, come contro Cagliari, Spezia e tante altre, ha dispiegato il proprio calcio senza paturnie particolari. E se conoscete l’Inter, sapete bene che non è assolutamente un aspetto scontato, anzi forse è sempre stata la vera ferita storica nel costato della squadra. Di solito il 70% dei punti conquistati così li si vede(va) fare alla Juventus (e non con questo gioco spumeggiante), o a corazzate come il Milan di Capello.
La qualità di questa Inter sta oggettivamente sorprendendo anche i più ottimisti. Ovvio, è lunga, come il Milan di Pioli ha insegnato. Ma costruire le proprie certezze sul gioco è una virtù che non si compra al calciomercato.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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