Perché è così difficile riconoscere la forza dell’Inter di Simone Inzaghi? Mentre invece quel limite…
Sembra incredibile che ogni volta l’Inter di Simone Inzaghi debba fare una grande partita per ricordare agli altri la propria forza, come se il mister debba sembra scontare un peccato originale di cui non è responsabile, navigando in un anno e mezzo attraverso nell’ordine cessioni di Hakimi e Lukaku, doppio mercato su parametri zero, perdita senza ricambio di Skriniar.
E tutto questo avendo portato nel frattempo tre titoli in più all’Inter, conquistati contro Juventus e Milan peraltro. Ed essendo passato nel frattempo due volte su due agli Ottavi di Champions, andando a vincere ad Anfield, eliminando un Barcellona che in Liga è campione d’inverno con 5 punti di vantaggio sui campioni d’Europa.
Eppure come al Camp Nou, come in Supercoppa, come contro il Napoli, l’Inter ribadisce di essere a giusto merito la prima delle altre in campionato, e mai definizione è stata più adatta come quest’anno dove il Napoli sembra fare un altro sport. Perché in condizioni normali l’Inter sarebbe poco sotto la media scudetto, e capace di farlo peraltro in coda a una settimana dove ha conquistato le semifinali di Coppa Italia a spese di quella che sembrava essere la squadra più in forma del campionato. Ancora una volta Simone Inzaghi ha preparato perfettamente la partita e l’ha sviluppata ancora meglio, andando ad aggredire l’avversario e prendendosi il gioco in ogni zona del campo, con il ritmo di sviluppare la giocata e la personalità di martellare con la forza delle idee.
Tutte le vittorie dell’Inter o quasi sono arrivate con la cifra stilistica del bel gioco, sicuramente tutte le vittorie importanti. E allora fa specie che sia così difficile riconoscere la forza di questa Inter, non a caso l’unica che è stata capace di battere il Napoli: non solo, l’unica che è stata capace di disunirla, impreso ancora più difficile della vittoria stessa.
Invece si riesce molto facilmente a parlare del limite di quest’Inter, forse l’unico, e che invero può essere giustamente rilevato dopo il derby: perché l’Inter ha colpevolmente tenuto in vita un avversario come questo Milan impotente di fare gioco, addirittura grottesco nel difendere lo 0-1 e nell’uscire palla al piede dalla propria metà campo solo al 56’.
Ancora una volta l’Inter si è specchiata nella propria superiorità, che però la faceva vincere solo 1-0 dopo un Primo Tempo da 7 occasioni a 0, forse perché incredula nel ritenere fosse possibile rimettere la vittoria contro avversari così inferiori sul campo. Ma è proprio quello che è successo quest’anno contro Juve e Roma, o l’anno scorso nel derby capitale di Giroud.
A questo ‘complesso di superiorità’ Simone Inzaghi ancora non ha trovato rimedio. Ma ha una base di 70 minuti di qualità sui 90 totali da cui può partire...
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
Direttore Responsabile: Lapo De Carlo
Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione n. 18246
© 2024 linterista.it - Tutti i diritti riservati