Perché Antonio Conte adesso è il secondo nella storia dell’Inter, ed ecco la nuova sfida per rimanere: prima fermare il ciclo Juventus e il 19° scudetto, poi diventare l’uomo della seconda stella
Si è fermata a 11 vittorie consecutive la serie dell’Inter di Antonio Conte, ed è la seconda più lunga nella storia dell’Inter: rimane inattaccabile quella di 17 vittorie dell’Inter di Mancini nel 2007, record italiano di tutti i tempi. Oltre loro, erano arrivati a 8 giornate di vittorie consecutive Tony Cargnelli nel 1940, Helenio Herrera nel 1965, Giovanni Trapattoni nel 1989, ancora Roberto Mancini nel 2008 e José Mourinho nel 2009. E in tutti e 7 i casi aguzzate la vista, esatto è sempre arrivato lo scudetto.
Non suona come una breaking news, ma diciamo che per gli interisti ascoltare che ogni volta che l’Inter nella storia ha fatto almeno 8 vittorie consecutive poi ha sempre vinto lo scudetto, è sicuramente un dolce sentire.
Al punto che già si comincia a guardare più in là, pure se Conte nel post-partita di Napoli ha subito stoppato i discorsi su mercato e Europa dicendo che giustamente finché non si fa chiarezza sulla proprietà, non si possono fare programmi.
Posto che è meglio non dimenticarsi cosa significhi la portata storica che sia proprio l’Inter a fermare il ciclo inarrestabile di 9 scudetti consecutivi della Juventus; di farlo peraltro guidati da Antonio Conte che aveva iniziato quel ciclo, e che poi ne è stato ripudiato - a significare la storia di vendetta sportiva più grande di sempre nel calcio italiano; e di vincere a prescindere 10 anni dopo ii 19° scudetto, quando solo due anni fa sembrava un’impresa riuscire a infilarsi al quarto posto e entrare in Champions.
Posto tutto ciò, e premesso che pare ovvio che senza i fondi di Zhang, la costruzione di Marotta, il lavoro di Lukaku, mai potrebbe arrivare il 19° scudetto; tuttavia è altrettanto lampante come l’uomo del futuro titolo sia Antonio Conte, che ha portato prima la squadra da -21 a -1 in un anno con un mercato di sostituzione, e adesso ha un vantaggio di +9 sulle altre.
E se tutti sono d’accordo che Conte è il primo fattore di quanto stia accadendo, allora si pone la questione: come fare per continuare con lui anche oltre la scadenza del 2022 - o, nella peggiore delle ipotesi, anche il prossimo anno qualora la situazione economica peggiorasse sensibilmente e possa mettersi in dubbio anche il restante anno di contratto?
Quella sarebbe la peggiore delle ipotesi, per ora non corroborata dagli eventi, ma in tutti i modi c’è una cosa che attira Antonio Conte più di qualsiasi altra cosa: le sfide difficili, non impossibili, ma che nessuno comunque è riuscito fino a quel momento a realizzare.
E’ il motivo che ha animato Conte a scegliere l’Inter e a compiere l’impresa del riportare il titolo, quando la squadra era a malapena la quarta forza. E la prossima sfida potrebbe lasciargli un posto indelebile nella storia del calcio italiano e dell’Inter, accanto per intenderci a Helenio Herrera e José Mourinho.
Non quella ovvia della Coppa dei Campioni, che è ancora forse nel terreno dell’impossibilità stante questa differenza economica.
Ma quella di diventare l’allenatore che può portare dopo 114 anni di storia all’Inter la seconda stella.
Se tutto andrà come sembra, e se dunque a quel punto saranno 19 i campionati in bacheca, a quel punto si sarebbe sull’orlo del traguardo immortale. Con Juventus in ricostruzione e Milan forse ancora incompleto.
Insomma ci sarebbe tutto perché Conte possa cominciare con un ciclo all’Inter.
E ciclo vorrebbe dire provare subito a dare seguito all’eventuale diciannovesimo.
Vorrebbe dire puntare immediatamente al 20° scudetto, alla seconda stella, che sembrava così vicina solo dieci anni fa, e così irraggiungibile solo due anni fa.
E se quel traguardo sarebbe sufficiente per entrare nella storia dell’Inter, ce ne sarebbe contemporaneamente un altro che possa portare Antonio Conte direttamente nella storia del calcio italiano.
Perché si chiamano Helenio Herrera, Nils Liedholm, Ljubisa Brocic e Giovanni Trapattoni quelli che hanno vinto la stella rispettivamente per l’Inter, il Milan, e la Juventus la prima e la seconda volta. E poi c’è Antonio Conte che ha vinto la terza stella a Torino.
E che dunque potrebbe diventare a tutti gli effetti l’uomo del destino, il primo a vincere due volte uno scudetto della stella.
Sarebbe un’occasione unica, irripetibile per decenni.
E ad Antonio Conte piacciono le sfide.
Nella cronaca rimangono le accuse del giocare male, senza fondamento in verità, perché l'Inter ha piallato Milan e Juventus quando doveva, ha regolato la Lazio e ha drenato i pozzi all'Atalanta, e ha giocato benissimo in campionato costantemente fino alla partita contro i bergamaschi, salvo poi scientemente vedere un ciclo di 5 partite abbordabili dove c'era solo da vincere per scavare il fossato, e allora a quel punto Conte ha badato al sodo, solo a prendersi i punti senza rischiare, e questo ha fatto.
Come a Napoli, dove non a caso appena ha alzato il ritmo del gioco si è rimessa in pari e quasi si è preso la vittoria.
Non vuole rischiare nulla in questo momento Antonio Conte, c'è solo da arrivare in porto, e sa bene da sé che quello di questa primavera non è gioco da Champions, ma del resto fino a febbraio era stato ben differente.
Perché questa adesso è solo cronaca.
La storia poi si farà a maggio, ed eventualmente il prossimo anno.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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