Oltre a tante fantasie, ci resta solo l'ottimismo, che non fa punti né vittorie

Oltre a tante fantasie, ci resta solo l'ottimismo, che non fa punti né vittorieTUTTOmercatoWEB.com
martedì 11 aprile 2023, 17:50Editoriale
di Gian Luca Rossi

Ho mandato i miei auguri di Pasqua a Beppe Marotta, corredati da un rituale “Come va?”.
La risposta dell’Amministratore Delegato dell’Inter è stata la seguente: “E’dura! Ma bisogna essere ottimisti!”
Già, alla vigilia di Benfica-Inter e con la classifica di Serie A che dopo il 29° turno, a 9 giornate dalla fine, vede l’Inter fuori dalla zona Champions, effettivamente non è tempo di proclami. Si può solo sforzarsi di essere ottimisti, esercizio spirituale che di norma non rientra proprio tra le priorità della tifoseria interista, comprensibilmente sballottata qua e là da risultati del tutto insufficienti da troppo tempo. Però lì dentro sono tutti concordi che non può andare avanti così per altri due mesi e che prima o poi la squadra tornerà a capitalizzare in gol tutto il lavoro, fin qui inutile, prodotto in campo. Qualcuno ha calcolato che l’Inter nelle ultime uscite abbia creato 63 occasioni trasformandole nella miseria di due soli reti. Non so quanto sia vero questo calcolo, ma certamente dà la misura del momento negativo che la squadra sta vivendo.

Tra l’altro è un rincorrersi delle solite voci, che ovviamente non trovano alcuna conferma sull’imminente rivoluzione societaria e tecnica. L’allenatore che si è trovato dell’uovo di Pasqua stavolta è Thiago Motta, perché i profili alla Conte al momento non risultano percorribili. Ci sarebbe pure da ricordare che Conte se ne è andato sbattendo la porta e pretendendo una buona uscita di 15 milioni al lordo, ma nel calcio ne ho viste troppe per escludere qualsiasi retromarcia: questa volta però, visti i conti della Società, a meno che non ci stiano mentendo da anni, mi sembra impossibile.
Poi sempre nel solito uovo di Pasqua nella fantasia c’è chi ha trovato anche la futura proprietà: se nella precedenti uova pasquali c’era PIF ora ci si è buttati su Investcorp, il fondo del Bahrein, che in realtà ha solo mostrato un certo interesse per i Diritti TV della Serie A, non certo per l’Inter. Inoltre, per una frase che l’ex Pellegrini ripete spesso, ossia “mi piacerebbe poter dare una mano a Zhang, ma non certo da solo” c’è chi si è avventurato in liste di nomi di futuri proprietari che fanno sganasciare dalle risa. Oltre al solito coinvolgimento di Moratti e Tronchetti Provera, che in realtà non ne vogliono più sapere dell’Inter perché ritengono giustamente di aver già dato, si sono letti nomi come quello di Claudio Del Vecchio, dopo che per decenni si è letto invano quello di Leonardo, suo padre. Chi lo ha scritto associandolo a Luxottica e Brooks Brothers probabilmente non sa che ad oggi il primogenito di Leonardo Del Vecchio non pare avere alcuna voce in capitolo né su Luxottica né su Brooks Brothers, nel frattempo ceduta agli americani. Quanto a Patrizio Bertelli, proprietario di Prada, è un noto simpatizzante milanista, poi c’è l’imprenditore italo-svizzero Ernesto Bertarelli, tifoso romanista, ma entrambi sembrano più interessati al mondo della vela che al calcio. Quindi Remo Ruffini di Moncler per il solo fatto di aver fatto una sponsorizzazione sull’abbigliamento ufficiale dell’Inter. Altri li conosco personalmente da molti anni, come Alessandro Ermolli, genero di Ernesto Pellegrini, che si occupa di finanza e che mi ha spiegato chiaramente che semmai un domani dovesse davvero esistere una cordata italiana non sarebbero certo questi gli imprenditori coinvolti. Ma il popolo ha sempre bisogno di sognare l’impossibile e per qualche like in più, persino qualche mio esimio collega a volte non esita a tuffarsi nell’ignoto.

La realtà odierna è solo il Benfica con tutti i malesseri dell’Inter e con Inzaghi che ha catechizzato la squadra con l’autorevolezza che gli rimane, perché è ormai piuttosto evidente che, indipendentemente dai risultati ancora possibili, in Società si sono convinti che questo Staff Tecnico abbia esaurito i margini di crescita, soprattutto nelle competizioni sul lungo periodo.
Restando quindi sul Pianeta Terra, l’Inter nel tardo pomeriggio è atterrata a Lisbona con un’ora di ritardo e con i volti piuttosto tirati. Altre parole non servono, se non un accenno ai precedenti da Benfica e Inter per gli amanti delle statistiche.
Quello di domani sera sarà il quarto confronto europeo tra le due squadre. Il primo precedente è storico: la finale di Coppa dei Campioni 1965 vinta dai nerazzurri a San Siro con il gol di Jair e papera del portiere portoghese Costa Pereira. L'unico altro confronto risale al quarto turno di Coppa UEFA 2003-04, con lo 0-0 a Lisbona e il rocambolesco 4-3 per l'Inter di Alberto Zaccheroni a Milano. Dopo il vantaggio ospite di Nuno Gomes, Martins pareggiò prima dell'intervallo, nella ripresa Recoba portò l'Inter in vantaggio e Christian Vieri realizzò il 3-1, poi ancora Nuno Gomes rimise in corsa il Benfica di Camacho prima che Martins chiudesse il discorso qualificazione e Tiago accorciasse di nuovo.
Insomma, almeno per i precedenti, ammesso possano davvero contare qualcosa, l’ottimismo ci sta!