Non giriamoci attorno: il City è una corazzata. Ma noi venderemo cara la pelle

Non giriamoci attorno: il City è una corazzata. Ma noi venderemo cara la pelleTUTTOmercatoWEB.com
venerdì 9 giugno 2023, 15:54Editoriale
di Filippo Tramontana

E’ la vigilia della finale di Champions. Non so descrivervi le emozioni che in questo momento sto provando. Sono incredibilmente sereno, in attesa di qualcosa di talmente grande di cui, forse, ancora non mi sono reso conto.

L’Inter ha alle spalle 115 anni di storia festeggiati proprio in questo incredibile 2023. Prima di oggi in 70 edizioni (la prima coppa dei Campioni la vinse il Real Madrid nel 1956) la squadra ha raggiunto cinque volte la finale di Champions League/Coppa Campioni vincendola in tre occasioni. La finalissima di domani sera a Istanbul vedrà i nerazzurri disputare la “partita delle partite” per la sesta volta nella sua storia.

Devo dire che mi sento davvero fortunato, sarà la mia seconda finale di Champions non solo da tifoso interista ma anche da telecronista per la nostra amata squadra. Scusate se parlo un po’ di me e della mia storia, ma mai avrei immaginato da ragazzo di poter vivere in questo modo e in questi contesti il mio innato tifo nerazzurro.

Torniamo all’Inter e alla sua voglia di vendere cara la pelle di fronte al Manchester City grande favorito della vigilia con buona pace di Pep Guardiola. Gli inglesi hanno costruito uno squadrone a suon di miliardi, hanno vinto cinque delle ultime sei Premier League e, in questa stagione, hanno anche conquistato la FA Cup.

Il City insegue il suo Triplete, quello che l’Inter conquistò nel 2010 con Mourinho e che Pep ha ottenuto con il Barcellona dei marziani nel 2009.

Ma Pep non vuole cadere nel tranello, gli dà fastidio essere il favorito e crede che il “giochino” italiano dei pronostici possa influenzare l’andamento della partita anche solo a livello mentale. Il ricordo di Guardiola non può non andare alla semifinale del 2010 quando l’Inter, in 10, eliminò il grande Barcellona di Messi al Camp Nou.

Una sconfitta tanto inaspettata quando dolorosa che anche Xavi sembra non aver ancora digerito.

Questa volta il tecnico spagnolo sa di non poter sbagliare e questo gli crea tensione. Inzaghi invece è consapevole di aver percorso un cammino straordinario portando una squadra data a inizio anno da tutti eliminata nel girone alla finalissima di Istanbul. Ovvio che adesso il mister nerazzurro non vuole fermarsi, sa che la vittoria sarebbe un’impresa mai replicabile, forse qualcosa di ineguagliabile perché la sua Inter, seppur molto forte, non era ancora stata costruita per vincere il trofeo più importante del mondo a livello di club.

Eppure Simone c’è arrivato e vuole ora cavalcare l’onda cercando di raggiungere l’obiettivo più grosso.

Ho visto quasi tutti i ragazzi lunedi ad Appiano per il media day, non ho potuto fare a meno di notare la tranquillità che c’era in tutti loro. La squadra sa quanto è importante questo appuntamento ma lo vive con gioia, come qualcosa che si è guadagnato sudando sul campo e di cui ora bisogna godere. Lo ha sottolineato anche Alessandro Bastoni in conferenza, tre anni fa in finale di Europa League c’era più gioventù in campo quindi molta più inesperienza di fronte a certe partite. In questi anni i ragazzi sono diventati uomini attraverso partite vinte e trofei conquistati, l’approccio alla partita sarà quindi molto diverso.

Non giriamoci intorno il City è una corazzata costata molto più di un miliardo di euro e, da questo punto di vista, con loro non si può competere, ma l’Inter in campo ha campioni d’Europa e campioni del Mondo che in questi ultimi 3 anni hanno vinto tutto in Italia. Sarà difficile ma venderemo cara la pelle. Manca un giorno, la tensione sale ma non vediamo l’ora di vedere la nostra Inter in campo a sudarsi la maglia nella partita delle partite.