Mi aspettavo un campionato diverso. E ha ragione la Curva: non siamo una provinciale
Come si gestisce da tifosi una stagione così altalenante? Non facciamo in tempo ad esaltarci per una importante vittoria contro un grande avversario che dobbiamo ingoiare un boccone amaro e difficile da digerire. Non si contano più le volte in cui contenti e rassicurati da una bella vittoria siano caduti nella delusione di un risultato negativo e inaspettato. Dopo la vittoria contro il Napoli abbiamo assistito alla prova opaca di Monza, dopo l’ubriacatura della conquista della Supercoppa contro il Milan siamo caduti nella sconfitta casalinga contro l’Empoli con tanto di contorno thriller dell’espulsione del parigino Skriniar. E ora, dopo un altro derby dominato e vinto siamo andati a Genova a passeggiare. Ma perché? Cosa succede nella testa di questa squadra dopo aver raggiunto un risultato che la può fare svoltare? E’ un mistero che credo rimarrà tale per tutta questa stagione. Siamo alle porte di marzo e la “pazzia” ci attanaglia da sei mesi e che Inzaghi non è riuscito a curare. Due punti realizzati tra Monza, Empoli e Sampdoria con due pareggi e una sconfitta non sono giustificabili e l'alibi di un Napoli troppo distante non può reggere anche perché l’obiettivo dell’Inter di arrivare tra le prime quattro e' tutt’altro che raggiunto e sicuramente non facile da ottenere.
Credo, in tutta sincerità, che nemmeno i giocatori sappiano esattamente il perché di questo strano cammino. Il litigio in campo tra Lukaku e Barella (mi dicono già ampiamente rientrato e risolto) è comunque sintomatico di una situazione un po’ tesa. La squadra non riesce a gestire i vari momenti della partita e non riesce a metabolizzare gli episodi che fisiologicamente si creano durante i novanta minuti. Manca fantasia, manca elasticità e spesso manca equilibrio quando l’ansia da prestazione sale. Non è un caso che in questi ultimi mesi i problemi siano arrivati contro le squadre piccole. Probabilmente i ragazzi pensano di poter chiudere in fretta la pratica ma quando non succede e il tempo comincia a diventare tiranno il panico li prende, i riferimenti in campo saltano e inevitabilmente la partita diventa complicata. Inutile cercare di nascondere la delusione. Mi aspettavo, come tutti , un campionato diverso da parte dell’Inter. Mi immaginavo una squadra in lotta per lo scudetto fino alla fine non certo una stagione da comparse e spettatori per il tricolore solitario del Napoli. Sabato a Inzaghi toccherà dare quelle motivazioni necessarie per fare partita contro l’Udinese, squadra sempre ostica da affrontare e che all’andata ci rifilo' 3 sonori schiaffoni. Non ci sarà spazio per pensare al Porto perché l’Inter adesso non se lo può permettere. La curva nord nel suo comunicato se l’è presa con Inzaghi: “non siamo una provinciale” dice la curva e forse un po’ di ragione la hanno. Ma credo che oltre al mister, giustamente sempre il primo ad avere “colpe”, si dovrebbe pretendere dai giocatori un po di lucidità in più nei momenti chiave delle partite e, forse, un pochino meno di leggerezza nell’affrontare le squadre meno blasonate. Nessuno regala niente e lo dovremmo già avere capito da tanto tempo dato il vissuto sulla nostra pelle in questa tribolata stagione.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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