La vicenda Pavard è peggio di Samardzic. L'Inter si è ridotta ancora all'ultimo

La vicenda Pavard è peggio di Samardzic. L'Inter si è ridotta ancora all'ultimoTUTTOmercatoWEB.com
domenica 27 agosto 2023, 22:55Editoriale
di Patrick Iannarelli

La ripetizione è fastidiosa, difficile da digerire. Ma spesso aiuta. La vicenda Pavard è diventata peggio (forse) di quella relativa a Lazar Samardzic: può capitare un imprevisto sul mercato, ma non deve assolutamente diventare una regola. Lukaku, Samardzic, Sommer e pure Pavard: senza andare troppo in profondità sulle motivazioni - la narrazione impone quattro responsabilità differenti, sempre per colpa degli altri -, lo scenario resta sempre e soltanto lo stesso. Mica un bel segnale. È pur vero che c'è ancora tempo e magari alla fine Pavard arriverà pure, ma si continua troppo a rischiare, fino all'ultimo minuto. 

Molti tifosi dicono: "Non è colpa dell'Inter, ma le altre società sanno che devi vendere o acquistare con quello che hai, dunque tirano tanto la corda". Io non sono assolutamente d'accordo, ma analizzandola in maniera distaccata si nota immediatamente la prima contraddizione: come si è arrivati a questa situazione in cui si cammina sempre sulle uova, rischiando sempre di romperne qualcuna? 

L'Inter si è ridotta ancora all'ultimo minuto, c'è poco da fare. Per Sommer una telenovela infinita, per Pavard l'accordo era stato trovato il 18 agosto. Al 26 ancora non c'è una chiusura (in un senso o nell'altro) per andare su Schuurs, l'unica vera alternativa. E se il Torino non dovesse accettare per lo stesso motivo del Bayern? C'è Bisseck, fino a gennaio. L'occasione per sistemarsi i nerazzurri ce l'hanno avuta pure, anche dopo l'effetto Lukaku. C'era Demiral libero, da poter chiudere comodamente un mese fa (e per Scalvini non c'è mai stato nulla), ma anche tante altre alternative. 

Ma al di là delle motivazioni, la situazione resta sempre quella. Le altre si muovono - con piò o meno soldi - e vanno in qualsiasi modo a coprire i ruoli lasciati scoperti. L'Inter invece rimane a guardare, a incolpare, a rimuginare, a fissare deadline. E intanto si indebolisce. Poi magari arriverà il quarto posto e un bel percorso in Champions League, ma è difficile non ammettere le sbavature su un mercato in cui si è cambiato tanto, forse troppo.