L’unica cosa da fare

L’unica cosa da fare TUTTOmercatoWEB.com
sabato 30 aprile 2022, 08:24Editoriale
di Fabrizio Biasin

E, niente, da qualche parte bisogna pur ripartire. Da Radu? Ecco, magari no. Ha sbagliato, l’ha fatta enorme, ma francamente la gogna pubblica è pratica meschina e molto poco nerazzurra. L’Inter perde una partita cruciale e vede ridurre le speranze scudetto di molto, moltissimo. Ma ce ne sono ancora (di speranze), almeno per il qui scrivente e forse sarebbe il caso di rimandare processi e sentenze. Motivo? Frignare, in questo momento, a campionato ancora in corso, non serve a una fava. E drammatizzare, pure. 
Le sconfitte, anche quelle più infami, insegnano sempre qualcosa. Di fronte a questa, per dire, si possono avere due tipi di atteggiamento: 1) Quello di chi butta tutto all’aria, tira giù la serranda e ci vediamo l’anno prossimo. 2) Quello di chi trangugia ettolitri di fiele ma poi si guarda allo specchio e valuta le circostanze. Cosa possiamo fare adesso? Possiamo solo vincerle tutte e sperare. Anzi, dobbiamo. Se gli altri saranno stati più bravi, banalmente, ci si leccherà le ferite e si riconosceranno i meriti altrui (perché così ci hanno insegnato).

I tifosi hanno tutto il diritto di far parte del primo gruppo e questo per un motivo banalissimo: sono tifosi, quindi legittimamente condizionabili nell’umore da una vittoria o una sconfitta. E figuriamoci quella fetente di Bologna. I giocatori no, quelli devono giocoforza rientrare nel secondo cestello, quello dei professionisti che hanno l’obbligo di voltare pagina, anche solo per provare a eliminare parte degli eventuali e pesantissimi rimpianti.

E allora in mezzo a tonnellate di fango e immagini desolanti è bene ripartire dal triplice fischio di Bologna-Inter 2-1: la squadra ha appena visto decollare il tricolore sull’altra sponda del Naviglio, un ragazzo piange disperato perché realizza quel che è successo, i suoi compagni fanno scudo, lo proteggono, provano a consolarlo; uno di loro, Dumfries, lo nasconde alle telecamere, chiede rispetto, si mette tra “suo fratello” e il resto del mondo. 

Ecco, questa cosa non vale tre punti - quelli sono belli che andati - ma in qualche modo ci porta a pensare che il gruppo nerazzurro, nonostante sia tutto tranne che invincibile, abbia tanta qualità morale e meriti rispetto.

Per intenderci: se non trovi la forza di supportarli quando sono in mezzo al fango, evita di farlo quando brilla il sole. 

(Nota finale giusto per chiarire: vincere non è mai l’unica cosa che conta, dare il massimo e provarci fino in fondo, invece, sì).

E forza Inter.