L'Inter è già sull'extracampo. I rivali, purtroppo per loro, ancora no!

L'Inter è già sull'extracampo. I rivali, purtroppo per loro, ancora no!TUTTOmercatoWEB.com
martedì 18 maggio 2021, 07:30Editoriale
di Gian Luca Rossi

Vorrei tanto parlarvi di cose di campo, anche perché ci attende l’ultima settimana stagionale di calcio giocato e tra Coppa Italia ancora da assegnare, ultima retrocessa e ultime due in Champions ancora da decidere, potrei anche sorvolare sull’extracampo e quindi sul futuro dell’Inter. Ma proprio non ce la faccio a non mettervi per iscritto alcuni miei pensieri e a confidarvi alcune mie sensazioni. Al di là della consapevolezza sull’arrivo dei soldi in prestito di cui Suning ha bisogno entro fine mese - e ci mancherebbe altro visto che al tasso d’interesse al limite dell’usura del 12%, potendo, glieli presterei io - non ho invece alcuna certezza sul fatto che Antonio Conte dopo il 1° luglio, stando ai segnali di persone dentro al calcio di cui mi fido, possa essere ancora l’allenatore dell’Inter. In caso di Conte-ter mi darò all’ennesima festa con bandierone dopo quella prevista dalla Curva Nord domenica pomeriggio quando l’Inter riceverà ufficialmente il trofeo di Campione d’Italia prima dell’ultima gara con l’Udinese, partita da vincere per migliorare il record di 15 successi consecutivi casalinghi contro l’unica e l’ultima squadra che non abbiamo battuto di tutte le 19 avversarie di questo Torneo. Ma dove vuoi che vada Conte in tempi grami come questi? L’ho sentito dire anche di Cristiano Ronaldo che intanto la notte scorsa ha riportato in Portogallo le sue sette supercar affidandosi a Rodocargo, lo stesso operatore di megatraslochi che tre anni fa le aveva portate a Torino. E questo mi sembra un segnale piuttosto chiaro sul fatto che il nostro campionato l’anno prossimo guadagnerà Mourinho ma perderà comunque CR7.
E Dio non voglia che non debba perdere pure Conte.
La questione è proprio sulla fiducia e ho paura che, al di là dei soldi in arrivo, Conte non veda Zhang come persona realmente affidabile sul futuro.
Di solito è l’allenatore a dover convincere la Società, qui è il contrario e chi non svolge a titolo gratuito la professione di velinaro mi ha capito.
Dopo Inter-Udinese Steven Zhang dovrà essere molto più convincente con Antonio Conte di quanto non sia stato finora. Metterci seriamente la faccia e non ritornare l’ombra cinese degli ultimi sette interminabili mesi.
Conte viene per vincere e va dove può vincere e pensare che ami lavorare sempre in difficoltà come sua sfida personale è un errore. Conte è già stato fermo in passato e calcolare una buonuscita che liberi lui e faccia risparmiare molti soldi al Club non è poi così impossibile.
Per indole, io sono un inguaribile ottimista ma chi conosce le cose da dentro mi ha caldamente consigliato di astenermi dall’esporre il bandierone non solo per lo Scudetto ma pure per il Conte-ter.
Spero davvero che il giovane Presidente abbia nuovi argomenti convincenti sul prossimo biennio e che papà Suning dia davvero seguito a quella lettera dei primi di maggio in cui scriveva che questo Scudetto è solo il primo capitolo di successi in serie, che qualcuno ha già fatto finta di dimenticare.
Per ora mi fermo qui, rifiutandomi di considerare l’impero cinese così sciocco da distruggere con la proverbiale mancanza di chiarezza e di tempismo quello che ha indubbiamente contribuito a creare: un gruppo fantastico che, se opportunamente rasserenato -  e non mi riferisco fantasmagorici colpi di mercato - potrebbe continuare davvero a vincere.
Chiudo col calcio giocato, perché come ho detto in apertura questa è una settimana di campo fondamentale e decisiva per gli altri, non certo per chi è Campione d’Italia e se la gusterà in poltrona con le caramelle Haribo in mano.

Per gli ultimi due posti in Champions sono in lizza tre squadre: in rigoroso ordine alfabetico, Juventus, Milan e Napoli.
Lascio da parte il Napoli che se batte il Verona al Maradona è a posto per concentrami sulle due rivali storiche. Nel momento topico il Milan ha sprecato con il Cagliari già salvo il match-ball e si è trovato senza Ibrahimovic, presente solo per il 40% del campionato, mentre la Juve ha trovato Calvarese che in Juve-Inter avrà pure sbagliato di qua e di là, ma alla fine l’errore più grave, perché irrecuperabile per timing, il rigore inventato di Perisic su Cuadrado, è stato ascritto alla Juventus.
Il guaio del Milan è trovarsi l’Atalanta di Gasperini, che quando incrocia una milanese, pretende dai suoi la partita della vita. Nel dicembre 2019 sul 5-0 per i neroblu saltellava insieme ai tifosi al grido di ‘chi non salta è rossonero’. Al di là di come finirà in Coppa Italia, Gasperini anela al secondo posto finale e il Milan per vincere a Bergamo dovrà superarsi. Per me il Milan meriterebbe la Champions ben più della Juventus per quanto ha fatto vedere e poco importa che io prischianamente pregusti di ribattezzare per tutta l’estate ogni mio cugino rossonero ‘quintino’ come Quintino Sella per essere stato disarcionato in extremis dalla zona Champions. Non devono temere me i rossoneri ma Giampiero Gasperini che anche l’ultima volta che ha incrociato  il Milan, a gennaio, era in bordo di giuggiole per aver passeggiato 3-0 a San Siro. E quella volta Ibra era in campo per tutti i 90 minuti. Non pervenuto.