L'alibi della stanchezza non può più reggere: ora mi aspetto un'Inter diversa
“Per conquistare lo Scudetto, bisogna approcciare meglio le partite. Abbiamo perso energie e giocatori in un momento cruciale della stagione, ma questo non deve essere un alibi. C'è stanchezza fisica e mentale, ma siamo l'Inter e possiamo fare meglio”.
Queste furono le parole di Simone Inzaghi dopo il pareggio ottenuto in extremis a Torino contro la squadra di Juric. Sanchez evitò la sconfitta all’ultimo minuto dopo una prestazione di squadra quantomeno rivedibile, solo l’ultima di una serie innescatasi ai primi di febbraio.
Lo ammette il mister senza troppi giri di parole, per riconfermarsi campioni non basta fare il poco delle ultime sette partite, si deve ritrovare se stessi e cambiare marcia.
Inzaghi parla di stanchezza fisica e mentale e ne ha tutto il diritto. Il calendario che l’Inter ha avuto tra gennaio e febbraio è stato devastante ed era inevitabile che le energie venissero alla fine a mancare. Ma la stagione è lunga e fatta di momenti. Credo che oggi l’alibi della stanchezza non possa e non debba più esserci. La Champions è stata una bella parentesi per fortuna, più lunga degli ultimi anni e impreziosita dalla prestigiosa (anche se inutile) vittoria ad Anfield contro il Liverpool.
Il pericolo è che la squadra si lasci andare allo sconforto nel realizzare che le cose che prima venivano con facilità ad oggi sono diventate montagne da scalare. Non bisogna farsi prendere dal panico e soprattutto non ci si può abbandonare all’insicurezza. L’Inter ha dimostrato per più di un anno di essere una squadra tosta e vincente non deve crollare proprio ora nonostante i 7 punti in 7 partite pesino sulla testa, più che sul fisico, dei giocatori.
La partita contro la Juventus sarà il banco di prova per i nerazzurri, da questo epico scontro si deciderà se i campioni d’Italia in carica potranno ancora essere considerati in lotta per ottenere l’agognata seconda stella.
La cosa che mi preoccupa non è tanto la classifica o il trend non positivo della squadra ma il vedere qualche giocatore di troppo spaesato e quasi confuso in campo. Gli sguardi sicuri e fieri di chi in campo dominava fino a due mesi fa si sono trasformati in sguardi misti di frustrazione e confusione. Riusciva tutto a tutti, ora a quasi nessuno riesce più niente.
Dopo la pausa per la nazionale mi aspetto un’Inter diversa, di nuovo consapevole della sua forza e di nuovo in grado di vincere una partita. Ormai la vittoria in campionato sembra un lontano ricordo, la partita contro la Salernitana è stata solo una bella parentesi in mezzo a tanti pareggi e a un paio di sconfitte. Lo sa bene mister Inzaghi, così non si vince nulla, si deve ricominciare a remare e ad andare oltre la fatica con il cuore fiero e gonfio di chi può e vuole entrare nella storia del club.
In palio ad Appiano non c’è solo un possibile tricolore ma la seconda storica stella, chi la raggiunge entra di diritto nella storia del club da immortale e non posso credere che, di fronte a questa incredibile prospettiva, i giocatori non trovino la giusta motivazione per tornare ad essere quelli che fino a poco tempo fa furono.
Contro la Juve a Torino per noi sarà dura, è un tabù sfatato solo poche volte. Non ci sarebbe momento migliore per cambiare la storia di questa partita.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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