Inzaghi re di coppe: la sua parabola mi ricorda quella di Ancelotti
L’Inter suona la nona sinfonia mettendo in bacheca la seconda Coppa Italia di fila la nona, appunto, della sua storia.
Inzaghi si conferma allenatore di coppe, vince il suo quarto trofeo in due anni con i nerazzurri e dimostra, ancora una volta, di essere uno dei migliori allenatori su piazza nei match dentro-fuori. Pensate che l’Inter di Inzaghi nelle ultime 20 partite a eliminazione diretta nelle coppe (Champions, Coppa Italia, Supercoppa), ha perso solo in casa contro il Liverpool negli ottavi di Champions dell’anno scorso.
Ora arriva la finale di Istanbul e il City di Guardiola metterà seriamente in discussione questa striscia incredibilmente vincente, ma quello che il mister interista ha ottenuto fino ad adesso nessuno lo può disconoscere.
La parabola di mister Inzaghi mi ricorda un po’ quella del primo Ancelotti. L’attuale allenatore del Real aveva un rapporto difficile con i campionati (non avendone mai conquistato uno con Juventus e Milan prima di vincere la Champions del 2003) ma era un maestro nelle coppe. Poi Ancelotti ha iniziato a vincere anche i campionati diventando uno dei migliori allenatori della storia del calcio.
Non è difficile trovare una foto con Inzaghi che solleva un trofeo, ne troverete quattro solo negli ultimi 18 mesi e, vi assicuro, non sono pochi.
Nel mondo social non c’è spazio per le analisi ma solo per gli schieramenti, o sei pro o sei contro qualsiasi cosa, se esprimi un’opinione negativa basata sull’analisi del momento non puoi più correggerti in seguito se il momento cambia altrimenti sei solo uno che “sale sul carro”. Trovo la cosa insopportabile e altamente ignorante, ma comunque passiamo oltre.
L’Inter di coppa è bella perché sa soffrire e portare a casa risultati e partite.
Succede che in due anni l’Inter vince due coppe Italia battendo tante big: Roma, Milan e Juventus l’anno scorso, Atalanta, Juventus e Fiorentina quest’anno e porta a casa due Supercoppe contro Juventus e Milan senza contare la vittoria ad Anfield nel 2022 (dopo un anno di imbattibilità casalinga del Liverpool) e l’eliminazione dei neo campioni di Spagna del Barcellona quest’anno che ha portato poi la squadra a guadagnarsi la finale di Istanbul.
Oggi è tempo di gioire e gongolare per l’ennesimo trofeo alzato. In tre anni sono arrivati uno scudetto, due coppe Italia e due Supercoppe condite da una finale di Europa League (purtroppo persa contro il Siviglia) e quella di Champions da giocare il 10 giugno. Un applauso che va alla squadra, agli allenatori e alla dirigenza ma anche e soprattutto a una proprietà che ci ha risollevato dalla polvere e che viene spesso denigrata e derisa senza nessun apparente motivo.
Glielo dico io quindi a Zhang: grazie presidente per aver riportato l’Inter dove merita.
Si gioisce ma non è ancora finita. Contro l’Atalanta serve quel punticino per tagliare il traguardo e regalarsi una settimana di relax con passerella a Torino in vista della finale di Champions. Servirà recuperare le forze che ora fisiologicamente tendono a esaurirsi per via di tutti questi impegni ravvicinati. Dai ragazzi forza manca poco!
Chiudiamo con un dato statistico: Lautaro, con la doppietta di Roma, raggiunge quota 101 gol con la maglia nerazzurra e, dopo il Mondiale, è l’argentino che ha segnato più gol in stagione con 19 reti raggiungendo quota 27 in stagione. Non male eh
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