Il pagellone dell’Inter: Marotta su tutti, mancano solo tre…
Ha esultato tanto per la Coppa Italia epica l’Inter, adesso è il momento dell’amarezza perché il Milan dal petto gli ha scucito lo scudetto, parafrasando la frase coniata dai romanisti per i laziali nel 2001.
Ma il calcio è così, e gli interisti hanno vissuto una grande annata, dove alla fine sono mancati solo tre punti, quelli di Bologna.
Ma è giusto rendere merito giocatore per giocatore a una squadra che ha giocato meglio di tutti, e a cui è mancata solo un pizzico di cattiveria. La settimana scorsa abbiamo stilato il 7.5 per Simone Inzaghi, ecco i voti per la rosa dal migliore al peggiore.
MAROTTA voto 9:
Avesse vinto lo scudetto, sarebbe stato il suo capolavoro in carriera. Incredibile come abbia tenuto la barra dritta, come abbia protetto la squadra, come abbia reso credibile una squadra campione a cui improvvisamente veniva a mancare il terreno sotto i piedi, come abbia fatto praticamente quasi tutte le scelte migliori possibili, supportato da Ausilio che è cresciuto esponenzialmente lavorando con l’a.d. Per la prima volta una squadra fresca di scudetto è uscita dal mercato con un attivo di 140 milioni, e con il rischio che non ci credesse più nessuno al progetto, a partire dall’interno. Mai una squadra era stata così tanto a sua immagine. Vero fuoriclasse.
PERISIC voto 9:
Leao merita il titolo di mvp perché è giusto che vada al giocatore più decisivo della squadra campione. Ma come rendimento nessuno all’altezza di Ivan il Terribile. E non solo: l’uomo con più personalità, che come detto da lui stesso ad esempio in Coppa Italia “ha fatto rialzare la testa ai suoi nel momento difficile”. Sarebbe esiziale perderlo, 6 milioni lordi in più sono davvero poca roba.
BROZOVIC voto 8.5:
La sua presenza si è notata ancora di più in sua assenza. Fondamentale, forse anche troppo. E’ leggermente calato nel finale, ma è tra i registi migliori al mondo. E non si nasconde più.
LAUTARO voto 8:
Se la clausola per lui era 110 milioni, adesso il suo valore è di 120 milioni. Venderlo allo stesso prezzo o a meno non ha senso. Margini di miglioramento pazzeschi, ricorda sempre più la parabola di Crespo. Ha avuto un calo di personalità a metà stagione, ma anche così si cresce.
DUMFRIES voto 8:
Era già stato bollato come un bidone a novembre, e da tutti, non interisti e interisti. Bastava dargli tempo. Sarebbe un peccato fare cassa con lui. Perché i suoi limiti sono ancora da scoprire.
SKRINIAR voto 8:
Perfino più sicuro dell’anno scorso, solo l’exploit di Bremer gli toglie il titolo di miglior difensore della stagione. Capitano in pectore, interista vero, ha saputo supplire al calo di De Vrij.
CALHANOGLU voto 7.5:
La sua migliore stagione in carriera, con tutte le premesse a sfavore che c’erano. Nel suo ruolo da interno ha potuto permettere all’Inter di avere un doppio play che ha dato vita al bel gioco.
BASTONI voto 7.5:
L’infortunio l’ha tolto di mezzo quando stava esondando con la sua qualità. La consapevolezza che il titolo di campione d’Europa gli ha dato è scioccante. Siamo davvero di fronte a un predestinato.
DZEKO voto 7:
Il girone di ritorno è stato in calo costante, ed è vero che ha sbagliato tanti gol. Ma alla sua età ha fatto praticamente quasi tutta la stagione e segnandone 17 complessivamente. Sottovalutato.
BARELLA voto 7:
Ha pagato la sbornia dell’essere entrato tra i candidati del Pallone d’Oro. Col finale di stagione in crescendo, Coppa Italia su tutti, ha guadagnato un voto.
ALEXIS SANCHEZ voto 7:
Meriterebbe una sufficienza stiracchiata, ma il gol in Supercoppa rimane nella storia dell’Inter. Però per il futuro, e per quello che guadagna, la bilancia è in negativo.
DARMIAN voto 7:
Era il miglior esterno destro fino all’infortunio di dicembre, che paradossalmente ha dato il via alla grande stagione di Dumfries. Pronto, prezioso, affidabile.
DIMARCO voto 7:
Ha cambiato più ruoli che scarpini, riesce a partecipare alla manovra da terzo di difesa, un’arma rara. Alcune ingenuità da smussare, ma è fisiologico.
HANDANOVIC voto 6.5:
Criticato sempre oltremodo, ma stavolta ha un paio di errori gravi sulla coscienza. Però non solo quello, passano sotto silenzio le partite in cui bisogna ringraziarlo. Anche se vanno diminuendo.
D’AMBROSIO voto 6.5:
Poche occasioni, ma sempre ha fatto il suo, a volte anche molto bene, e adattandosi anche in quattro ruoli, con tanto di apporto nello spogliatoio.
DE VRIJ voto 6:
La sua peggiore stagione all’Inter. Errori come non aveva mai fatto, incertezze che non gli sono proprie, forse dovute alla non splendida condizione fisica. Crollato il suo valore di mercato.
GOSENS voto 6:
Paga l’essersi trovato Perisic nella sua migliore stagione in carriera. Sa però che il futuro è suo. E se Marotta non riesce nel miracolo, anche il presente…
RANOCCHIA voto 6:
Fantastico nel fondamentale Inter-Napoli, limitando Osimhen nella partita chiave della stagione. Disastroso in Torino-Inter, salvato dal Var. Forse da rincalzo poteva ancora starci, a buon mercato però.
CORREA voto 5:
La vera delusione. Ha portata 5 punti pesanti, con le doppiette a Udinese e Verona. Ottimo nel derby di Coppa Italia. Ma poco altro. E per 30 milioni - quando ne puoi spendere pochi - non è accettabile.
VIDAL voto 5:
In verità bene quelle poche volte che parte dall’inizio. Ma spesso quando entra in corsa ci mette troppi minuti, sanguinosi, a carburare. Eppure quello sarebbe stato il suo ruolo, a cui però non riesce più ad adattarsi.
GAGLIARDINI voto 5:
Purtroppo non riesce mai a lasciare un’impronta positiva, e ormai è entrato in un circolo vizioso che gli toglie la fiducia.
VECINO voto 5:
Non all’altezza per questi livelli. Badate bene: tre rincalzi di centrocampo tra le insufficienze, il che svuota le alternative dell’Inter.
RADU voto 4.5:
Meglio non sparare sulla Croce Rossa.
KOLAROV s.v.
Capolavoro l’essersi portato a casa uno stipendio.
ZHANG voto 4:
Se l’Inter non si conferma campione d’Italia il principale responsabile è lui. Tutto questo è figlio della scellerata decisione di non aver accettato l’offerta del fondo a primavera 2021 che avrebbe garantito la corretta continuità industriale. Adesso si chiede a Marotta di fare un’altra estate di salti mortali per potere ripagare i bond, che sono sempre più dilazionati nel tempo e sempre più esosi. In questo maniera l’Inter si mangia ogni volta il futuro, perché non è che si possa chiedere alla dirigenza sempre di riuscire nel miracolo dei pani e pesci. Si dà anche da fare Zhang per metterci varie pezze, ma la questione principale rimane quella nota.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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