Il mio Pagellone all'Inter Campione

Il mio Pagellone all'Inter CampioneTUTTOmercatoWEB.com
martedì 25 maggio 2021, 14:00Editoriale
di Gian Luca Rossi

In attesa che si delinei il futuro dell’Inter con tutte le voci del caso, le ultime dalla Spagna circa l’ingaggio di Antonio Conte da parte del Real Madrid e al proposito stavolta è andata pure bene visto che a inizio maggio laggiù oltre a Conte pareva doverci andare pure Lukaku, preferisco concentrarmi sul presente e custodirlo attraverso il mio Pagellone alll’Inter Campione, anche perché ci sarà tempo per svegliare i bimbi che vorrebbero sentirsi raccontare solo favolette e tornare alla realtà: quanto dura, ossia senza Antonio Conte, lo capiremo presto.
Preferisco però pensare positivo e credere che resti tutto o quasi così com’è stato.
E a proposito di com’è stato, vado col mio Pagellone all’Inter Campione, al termine di questa fantastica stagione - e vai con la tripla rima!
HANDANOVIC 6.5
Capitano di lungo corso che ha finalmente vinto uno Scudetto con l’Inter. Quest’anno ha fatto qualche papera, come col Benevento, il Napoli o lo Spezia, ma se l’Inter ha avuto la miglior difesa del Campionato con 35 gol subiti, meno di tutte le altre con 14 clean sheet lo si deve anche alle sue parate, come quella su Chiesa in casa contro la Juventus, da lui stesso definita la migliore della stagione. In più con 329 presenze è appena diventato il portiere più presente dell’Inter, superando Zenga. Nessun confronto: Zenga è la storia e Handanovic è la cronaca ed è naturale che a 37 anni si debba pensare alla sua graduale successione con un interprete del ruolo affidabile.
SKRINIAR 9
Si diceva che non sapesse giocare a tre e che non piacesse a Conte, ma quando il Tottenham ha provato a scipparlo la scorsa estate, Antonio ha detto no.
Sapeva che sarebbe diventato presto inamovibile. Ha imparato tutto sulla difesa a tre: ora potrebbe pure insegnarla ad altri. Il gol di destro contro l’Atalanta a San Siro è stato fondamentale per lo Scudetto, ma ci sono anche I due colpi di testa vincenti alla Roma e al Verona.
E’ il Capitano dell’Inter del futuro o perlomeno il ruolo se lo gioca con Niccolò Barella.
BASTONI 8.5
Esploso la stagione scorsa, quest’anno si è consacrato col doppio salto nelle Nazionali ed è la miglior scommessa vinta da Conte. Peccato solo per quell’incidente da scuola guida con Handanovic in semifinale di andata di Coppa Italia, ma per il campionato il suo voto resta altissimo.
DE VRIJ 8,5
Di lui si parla poco perché dà pochissimi motivi per lamentarsi: è l’affidabilissimo leader di una difesa che con il passare delle giornate è diventata sempre meno battuta e, a tratti, perfetta. E il suo gollettino lo ha fatto anche quest’anno.
D’AMBROSIO 7
Rincalzo importante, sempre buttato dentro quando serviva e autore di 3 gol decisivi, due dei quali importanti a Fiorentina e Cagliari. Ha segnato gli stessi gol di Barella ed Eriksen, quindi fate voi.
DARMIAN 7.5
Da due anni doveva arrivare all’Inter. Finalmente è arrivato e in silenzio si è fatto amare da tutti: impiegato a destra, sinistra, pure terzo centrale: versatile come piace a Conte e con all’attivo 3 gol stagionali, di cui due decisivi nelle gare con Cagliari e Verona, finite entrambe 1-0 per l’Inter.
RANOCCHIA 6
C’era nell’ultimo trofeo, la Coppa Italia 2010-11 e c’è stato in questo Scudetto.
Capitano non giocatore, chiamato di rado da Antonio Conte che comunque lo considera un uomo-spogliatoio e, se lo dice lui, chi sono io per dire il contrario? Il suo salvataggio di testa su El Shaarawy con la Roma a giochi già decisi è la fotografia migliore di questa stagione.
HAKIMI 8.5
Primo anno in Italia e all’Inter, con qualche pausa di gioventù, ma tra i Top del nostro Campionato. Se sta bene è perfino grande goleador: 7 reti quest’anno e gli ho contato pure 9 assist. Imprendibile come Bip-Bip nei cartoni animati!
Ma quando lo prendi questo? Manco in motoretta lo prendi!
Ha segnato come Sanchez che fa la terza punta. Ho detto tutto.
YOUNG 6
Ha perso il posto da titolare nel corso della stagione ma ha saputo soffrire ed essere utile a destra e a sinistra. Lo scudetto con l’Inter è il settimo trofeo in carriera ed è pronto a tornare in Inghilterra. Gli piacciono i gol all’ultima giornata: decisivo quello di un anno fa con l’Atalanta e pregevole quello di quest’anno con l’Udinese.
BARELLA 9
Contende a Lukaku la palma di simbolo dello Scudetto 2020-21.
Contende a Skriniar la fascia di Capitano per l’Inter di domani.
Stagione indimenticabile tra assist, il gol da urlo alla Juve e quello splendido al Cagliari.
E’ migliorato moltissimo anche sotto il profilo del carattere, visto che nel periodo delle 11 vittorie consecutive ha gestito alla grande la sua diffida pendente. Un anno fa non ci sarebbe riuscito. Ormai è uno dei centrocampisti più completi d’Europa, per l’Inter e per la Nazionale. Come per Bastoni, la sua crescita è un altro capolavoro assoluto di Antonio Conte. Il mio amico Nicolino Berti me l’aveva detto: ricordati che le iniziali NB in certi casi sono vincenti per l’Inter.
Non a caso sono anche le sue.
BROZOVIC 8,5
Nella prima parte della stagione lo avevo messo con Perisic tra i ‘Malavoglia’. Mi avrà sentito perché è diventato impressionate per chilometri percorsi, assist e gol. Conte si mette a ridere se gli chiedi di entrare nella sua testa, ma a me quest’anno è entrato nel cuore. In accoppiata con Eriksen è stato l’uomo della svolta verso lo Scudetto.
ERIKSEN 7.5
Nel giorno del suo compleanno e di San Valentino, il 14 febbraio, è nata la storia d’amore con Conte: si giocava Inter-Lazio, dopo il magistrale gol su punizione in Coppa Italia con cui eliminò il Milan. Regista atipico, ma con la protezione di Brozovic è stato la vera chiave tattica dell’Inter, anche a partita in corso.
Mi aspettavo solo qualche gol in più rispetto ai 4 totali, di cui 3 in Campionato, ma oggi Eriksen è dentro l’Inter. Ed è tanta roba.
GAGLIARDINI 6.5
Tre gol anche quest’anno per uno che è sempre marchiato a fuoco per il gol incredibilmente sbagliato col Sassuolo un anno fa, ma lo apprezzo per l’impegno, perché è uno che non si tira mai indietro e gli Scudetti si vincono anche con i peones.
SENSI 6
Protagonista mancato purtroppo, tormentato da infortuni a raffica, l’ultimo pure all’ultima giornata con l’Udinese. Che puoi dire di uno che sta sempre male? Puoi solo augurargli di stare meglio, perché che sia bravo lo sappiamo tutti.
PERISIC 7.5
Rientrato all’Inter con un Triplete tedesco tra molte perplessità, anche dello stesso Conte, che l’anno scorso aveva preferito farne a meno. Alla lunga ha imparato tutto nel ruolo di esterno, anche a coprire ed è diventato titolare: 4 gol con quello bellissimo nell’ultima giornata all’Udinese. E’ uno che la riconferma se l’è guadagnata sul campo.
Vicecampione del mondo con la Croazia, due campionati tedeschi con un Triplete e ora lo Scudetto dell’Inter non sono il palmarès di uno qualunque.
LUKAKU 9,5
Primo uomo di Conte, leader assoluto: per il popolo interista si gioca con Barella il ruolo di uomo-simbolo dello Scudetto, ma credo vinca lui!
29 gol complessivi, 24 in campionato contro i 23 dell’anno scorso, quando però gli assist erano stati 2, mentre quest’anno solo saliti a 10.
Parla sette lingue, uomo di grande talento anche fuori dal campo, insomma un idolo assoluto. Diciamo che è già nel mio gotha personale, dove gli eletti, al di là del ruolo, non arrivano a dieci. Insomma non ho più parole per descrivere uno così…metafisico!

LAUTARO 8.5
19 gol totali, di cui 17 in campionato e un amore più volte dichiarato per l’Inter che spero sia onorato dalla Proprietà. E’ diventato uomo e forse è già uno dei più forti attaccanti del mondo. Ha ancora qualche difetto di gioventù: la mosca al naso che ogni tanto gli viene per niente e quel vizio di buttarsi anche quando potrebbe restare in piedi. Il rapporto con Conte è solidissimo e con Lukaku il feeling sfiora l’amore vero.
Lo vorrei incedibile.
SANCHEZ 6.5
Difficile scalfire la Lu-La, ma Conte gli ha dato più di una chance per mettersi in mostra.
7 gol, uno per milione di ingaggio, sono appena sufficienti per una terza punta di ruolo. Qualche fronzolo di troppo, qualche colpo di tacco senza ragione, ma la doppietta al Parma, nel giorno dell’allungo a +6 sul Milan, resta uno dei momenti importanti di questa stagione.
VIDAL 5
Un errore di Conte quando a Villa Bellini gli hanno detto che poteva prendere solo parametri zero e lui ha preso Vidal e peggio ancora Kolarov. Non sono serviti, questa è la verità: unico sussulto del cileno il gol dell’ex alla Juve a San Siro. Poi se guardiamo il palmarès personale ecco l’ennesimo campionato vinto e siamo a 9: 5 in Italia, 3 in Germania e uno in Spagna. E ce ne sarebbero pure altri 3 in Cile.
KOLAROV 4,5
Mai utile, mai sano, mai pronto. L’unica fotografia e pure brutta è il fallo da rigore su Ibra nel Derby. E’ andata male. Succede. Se non altro potrà dire di aver vinto uno Scudetto in Italia cercando il suo nome nella rosa dei Campioni d’Italia 2020-21.



Non assegno voti a Radu, Padelli, Vecino e Pinamonti: per questi ultimi due un gol a testa ma restano sostanzialmente ingiudicabili, per ragioni diverse.

CONTE 9.5
Questo è lo Scudetto di Antonio Conte, che ha fondato e fatto cadere il Regno Italico della Juventus, che durava da nove anni.
Questa Inter l’ha allenata in campo e nel cervello, l’ha plasmata a sua immagine e somiglianza. Era partito male, con dubbi e insofferenze oggi forse comprensibili inseguendo un progetto tattico ambizioso, quello di dominare tutte le partite ma a furia di imbarcare gol in ripartenza ha saputo tornare indietro, recuperare Eriksen, capire tutta l’Inter e vincere uno Scudetto che resta, parole sue, un’opera d’arte. Se davvero qui si vuole la Seconda Stella a breve, con lui si fa prima, molto prima. Ha allenato in 5 campionati di A: ne ha 4 vinti e l’altro è arrivato secondo ad un punto un anno fa.
Vincente per definizione.

Questo il mio Pagellone all’Inter Campione: intendevo custodire il presente, perché settimana prossima dovrò per forza scrivere di futuro e non è detto che mi piacerà.