I dubbi e le certezze dell'Inter
Tre sconfitte in cinque partite, tutte in casa e tutte diverse per proporzione ma con un denominatore comune, rivelano su cosa possa contare l’Inter da qui alla fine e su cosa debba intervenire urgentemente.
Nessuno si aspettava che il tour de force iniziato col Milan, proseguito con la Roma in coppa Italia, col Napoli allo stadio Maradona, il Liverpool in Champions e la bestia nera Sassuolo, fosse tanto ricca di amarezza.
Le ragioni derivano da un numero eccessivo di partite di alto livello ad una distanza temporale anormale l’una dall’altra.
Non è possibile preparare quattro partite consecutive di spessore, nemmeno se si possiede una rosa infinita, come dimostra il Paris St Germain, capace di battere il Real all’ultimo minuto per poi essere schiantato dal Nantes in Ligue 1.
In serie A delle prime otto in classifica solo una (la Fiorentina) ha vinto nell’ultimo turno di Campionato e l’Inter, tra tutte, è quella che ha incontrato l’avversario più anomalo.
Il Sassuolo ha battuto in trasferta Milan, Juve e Inter, salvo essere strabattuta dalla Samp, anche a causa di un talento che sembra accendersi solo di fronte a certe ribalte.
Come espresso in precedenza, già da inizio stagione è parso evidente, nonostante la pelosa vulgata che da novembre sostiene l’Inter come la netta favorita del torneo, quanto sia un Campionato di pretendenti imperfette, tra i problemi del covid e altri pregressi, che hanno impedito in questi anni di costruire rose complete e ben congegnate.
Ogni squadra dunque porta in dote dei problemi organici e comprensibili, considerando il momento storico.
Quali sono dunque i problemi risolvibili, aggirabili o definitivi ad oggi? E quali le risorse?
I dubbi maturati nel percorso dell’Inter di questa stagione riguardano il calo evidente della reattività di Handanovic in porta, un rendimento sorprendentemente al di sotto del suo standard di De Vrij, un attacco senza una vera prima punta e un’alchimia non perfetta tra Dzeko e Lautaro, che porta entrambi a venire incontro al pallone invece che cercare la profondità.
L’Inter non ha più la stessa efficacia nel contropiede come la scorsa stagione e un giocatore come Lukaku a cui appoggiarsi nei momenti di difficoltà per rifiatare.
Inzaghi, che non ha mai lottato per vincere lo scudetto, fin da quando ha iniziato la sua avventura in nerazzurro, anche nei momenti migliori ha palesato una certa difficoltà nel piano partite dei match più importanti. Quasi tutte le partite andate male hanno il comun denominatore di un finale disgraziato, nel quale il gioco si sfilaccia, i reparti si allungano e la corsa diminuisce.
Il modulo è sempre stato il medesimo e la panchina non ha profondità per mantenere lungo i 90 minuti la stessa intensità, eppure manca un piano di riserva.
Le certezze dell’Inter oggi partono da una difesa straordinaria, con Skriniar autentico leader e capitano senza fascia che guida il reparto, la qualità di Perisic, nella sua miglior stagione per continuità e personalità, l’indispensabilità di Brozovic, divenuto negli ultimi tre anni (colpevolmente) insostituibile.
Dumfries, dopo la partenza con difficoltà legittime, è diventato un punto di forza, senza far rimpiangere Hakimi. In avanti oggi si parla tanto, troppo, della mira fallace degli attaccanti ma nella classifica marcatori Lautaro è il quarto, con 11 gol, Dzeko subito dietro con 10 gol.
Il gioco dell’Inter visto fino a dicembre è tra i migliori visti a San Siro nell’ultimo mezzo secolo. Ci sono state partite in cui il pubblico è uscito esaltato dallo stadio e ha avuto la netta sensazione di avere di fronte una squadra a cui non si poneva alcun limite. Inzaghi si è posto subito bene con i giocatori e creato una buona armonia tra sé e l’ambiente.
Se si parte da questi assunti è inevitabile chiedersi se il tecnico intenda continuare sulla strada delle medesime convinzioni tattiche, aspettando anche Gosens che presto verrà finalmente convocato, oppure mediti delle variazioni.
Se Inzaghi penserà fuori dai suoi schemi potrà trovare altre risorse per quella che oggi resta una stagione ancora molto positiva.
Amala
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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