Giugno, tempo di procuratori e commercialisti. Fidiamoci di più della dirigenza

Giugno, tempo di procuratori e commercialisti. Fidiamoci di più della dirigenzaTUTTOmercatoWEB.com
domenica 25 giugno 2023, 19:54Editoriale
di Gabriele Borzillo

Niente da fare, è più forte di noi: inizia il mercato, tutti improvvisamente si trasformano in direttori sportivi, commercialisti e dirigenti societari. Ogni anno la stessa, precisa, identica situazione. Sempre la stessa, precisa, identica storia. Per carità, poi magari lo sono anche, e ci mancherebbe pure: oggettivamente li invidio, a me economia già disturbava all’Università, pure quella poca fatta perché necessaria al piano di studi. Però, per sapere, tutti proprio tutti?

Comunque sia, tralasciando l’albo professionale – conosco fior di commercialisti che girovagano sui social cercando, con alterne fortune, di spiegare il mondo pallonaro attuale, quello dove non funziona che compro chi voglio tanto a fine anno passo con l’assegnino a saldare i conti, i bilanci, il monte ingaggi, le plusvalenze – il calciomercato miete, stagione dopo stagione, una lunga serie di vittime: tizio va in quella squadra, caio nell’altra, sempronio rimane. Un susseguirsi di notizie che vengono gettate in pasto alla folla, in trepida attesa che nemmeno il popolo quando i gladiatori entravano nel Colosseo.

È un mondo complicato dove, al di là di qualche boutade francamente evitabile, notizie alle quali nessuno crede anzi, talmente improponibili da risultare perfino divertenti, ti tocca contare sulle soffiate di amici che, alla fine dei conti, magari sbagliano non certo per la voglia di farti “bucare” quanto, piuttosto, perché il calciatore in oggetto o la Società in questione cambiano, improvvisamente, strategia o idea.

Il mondo Inter non è che si sottrae a questo giochino: ogni giorno una nuova certezza a riempire cuori e menti dei tifosi. Che, però, spesso e volentieri trovano sempre almeno una se non due ragioni per contestare questa o quella decisione dirigenziale. Parlavamo di Inter, giusto? Bene, allora continuiamo a parlarne: negli ultimi quattro anni, non quaranta, questa dirigenza ha portato a Milano calciatori che hanno permesso al mondo nerazzurro di centrare una finale di Europa League, persa per colpe specifiche e non mi va di tornare sull’argomento ormai morto e sepolto, uno scudetto, due Coppe Italia, due Supercoppe Italiane e una finale di Champions League, persa per un rimpallo contro i più forti del mondo che dovevano prenderci a pallonate dal primo al novantesimo, uccidendoci calcisticamente e mostrando tutti i limiti possibili e immaginabili dell’Inter. Un rimpallo. Un cross deviato, perché di questo stiamo parlando.

A me, sottolineo a me, sembra di poter affermare che il nostro sia stato, fino a oggi, un cammino importante, impreziosito da qualche successo e qualche sconfitta perché il calcio, amo ripeterlo e comprendo che non a tutti sia chiaro, è una metafora della vita, come lo sport in generale. Ci sta vincere e, allo stesso modo, perdere. Basta rialzarsi e imparare dalle sconfitte. Così come dovremmo imparare a fidarci maggiormente dei nostri dirigenti, visti i risultati e come li stanno ottenendo.

Animo, siamo al 25 giugno, mancano più di due mesi.

Troppi.

Alla prossima, avanti l’Effecì.