È già apocalisse nerazzurra?

È già apocalisse nerazzurra?TUTTOmercatoWEB.com
martedì 30 agosto 2022, 06:56Editoriale
di Gian Luca Rossi

E’ bastata una sola sconfitta, Lazio-Inter 3-1, pesante e purtroppo non solo fisica ma anche mentale, per rimettere in discussione tutto quello fatto fin qui.
Dopo più di 30 anni di mestiere, dovrei essere abituato agli eccessi da una parte e dall’altra, al saliscendi degli umori in base all’ultima partita giocata, ma in realtà l’assoluta mancanza di equilibrio a volte mi sorprende ancora.
Che si sia inveito più per la sconfitta con la Lazio che gioito per la vittoria sullo Spezia me lo spiego con la diversa caratura degli avversari. Ma che ci si sia imbestialiti pure più per l’arrivo di Acerbi che per la conferma dei big Skriniar e Dumfries proprio non lo capisco.
Qui una gioia dura un instante e una delusione una vita, che sia di campo o di mercato. L’Inter ha provato fino all’ultimo a completare la rosa con un difensore più giovane e più prospettivo di Acerbi, ma con il budget, più volte spiegato, di 0 euro, non c’è riuscita.


Il Chelsea ha lanciato Chalobah titolare contro il Leicester, la stessa squadra da cui ha preso il francese Wesley Fofana per la cifra record di 88 milioni di euro, l’uomo che teoricamente avrebbe dovuto aprire alla partenza dell’altro. Che possiamo farci? Se i londinesi possono permettersi un mercato da 400 milioni di euro, forse non ancora chiuso, tra cui i bruscolini di 15 milioni più 5 di bonus per il ‘Primavera’ Cesare Casadei, che non aveva mai avuto un contratto da professionista, non è certo colpa dell’Inter.
Per non parlare di Manuel Akanji, per cui il Borussia Dortmund vuole monetizzare ad ogni costo. Quindi all’Inter è rimasto solo il detestato Acerbi e di lui ha dovuto accontentarsi, salvo clamorosi dietrofront dell’ultimo istante.
Quindi, Inter sconfitta sul campo e sconfitta sul mercato, ma è solo agosto e sinceramente questo clima da apocalisse è da ricovero immediato.

In tutto questo si è inserito pure l’infortunio di Romelu Lukaku, più che a rischio per il Milan, per il Bayern e chissà per quante e quali altre partite.
Voglio pensare che tutta questa negatività sia dovuta solo alla grave sconfitta di Roma con la Lazio, perché non ho alcuna intenzione di nascondere la polvere sotto il tappeto. Per come la vedo io, è stata la sconfitta peggiore per Inzaghi da allenatore dell’Inter, perché lui non gioca, ma stavolta ci ha messo molto del suo, sbagliando tutto. Ha sbagliato l’undici iniziale, perché se è vero che nel primo tempo l’Inter dava la sensazione di avere il sopravvento, all’intervallo sul tabellino c’erano già due ghiotte occasioni e un gol per la Lazio a fronte del solo possesso palla dell’Inter. Poi Inzaghi ha sbagliato pure i cambi, perché quelli di Luis Alberto e Pedro sono gol da fuoriclasse, ma andate a rivedervi come sono messi i nerazzurri nelle due azioni, subentrati compresi. Anche l’anno scorso l’Inter di Inzaghi cadde a Roma con un altro 1-3 ma fu diverso: mancavano i sudamericani, ma si andò in vantaggio, salvo poi perdere la testa per un episodio.
Stavolta, al secondo anno di Inzaghi, era lecito attendersi, più maturità e una gara diversa, perché il messaggio trasmesso alla squadra con l’inserimento di Gagliardini su Milinković-Savić non è stato da grande squadra, senza contare che il serbo, che con l’Inter andava in gol da tre anni consecutivi, stavolta non ha segnato ma ha fatto tutto quello che ha voluto in assistenza ai marcatori!
E meno male che la Lazio, Milinković-Savić in testa, Simone Inzaghi li conosce bene: anche l’anno scorso aveva provato a contenerlo con Gagliardini, senza successo. Perseverare nell’errore, al secondo anno, non va bene per niente.
Di qui però a trovarsi travolti da centinaia di allenatori, diplomati di colpo non a Coverciano ma sul divano, che insegnino il mestiere a Inzaghi ce ne corre.
Inzaghi ha sbagliato, Sarri è stato molto più bravo e gli ha dato una lezione di calcio, ma ricordo che le lezioni le ha prese anche l’ex tecnico bianconero e non solo a San Siro.
Ora la squadra deve reagire immediatamente, come reagì l’anno scorso, perché sono il primo a riconoscere la gravità della sconfitta ben oltre il risultato finale, ma che intorno si viva l’Apocalisse Nerazzurra già ad agosto è inaccettabile.