A Lisbona le riserve hanno dimostrato di essere forti. Dopo un primo tempo troppo brutto per essere vero
Il detto dice che il forte non è quello che non cade mai ma quello capace di rialzarsi una volta caduto. Mi viene da dire che le seconde linee dell’Inter contro il Benfica hanno dimostrato di essere forti, perché dopo un primo tempo di pugni in faccia e cadute fragorose sono state capaci di accettare il dolore e trasformalo in rabbia e voglia di rivalsa. È stato troppo brutto il primo tempo per essere vero fino in fondo, sono stati troppo molli e svogliati i giocatori per essere davvero così.
Mister Inzaghi non si è pentito della sua scelta di rivoluzionare la squadra e dare spazio ai meno “usati” fin qui dopo il primo tempo, ma non ha accettato con serenità quello che i primi 45 minuti avevano mostrato. La delusione del mister è arrivata secca e decisa alle orecchie dei suoi giocatori all’intervallo e quello che si è visto nella ripresa ne è stata diretta conseguenza. C’è chi ha fatto di più e chi ha fatto di meno, ci sono i titolari che sono entrati in corsa e hanno dato una mano ,ma le “riserve” dell’Inter hanno dimostrato di valere tanto, anzi tantissimo. Non è facile avere poche occasioni, pochi minuti e sfruttarli al meglio come se nulla fosse. Non è facile cadere dopo un primo tempo di livello bassissimo e rialzarsi in soli 15 minuti di pausa.
Sanchez ha detto che per passare da 0-3 al quasi 4-3 in Champions League ci vogliono in campo i campioni e ha assolutamente ragione. Ma sono sicuro che, al di là del valore del singolo giocatore, questo spirito battagliero che non concede nulla alla resa, sia dovuto alla compattezza di questo gruppo che Inzaghi ha saputo plasmare. No c’è spazio per l’IO ma per il NOI, solo così si può arrivare all’obiettivo. Siamo stati schiaffeggiati e abbiamo reagito, cadendo e rialzandoci dimostrando di essere orgogliosi e fieri di quello che siamo.
Credo che questa partita possa essere un crocevia per chi non ha, fino a qui, giocato tanto. Inzaghi ora sa di poter contare davvero su tutti e, se si vuole puntare al massimo, non è una cosa da nulla! Ho parlato di gruppo perché se i giocatori rendono al meglio è anche perche questa squadra è costruita attorno ad un ambiente sano e propositivo. Fatemi però fare un plauso a un singolo solo per questa volta: Francesco Acerbi è stato monumentale. Ace ha 35 anni e avrebbe tutto il diritto di sentirsi più stanco degli altri, ha giocato sempre compresi i 180 minuti in nazionale, eppure contro il Benfica è stato superlativo, un muro che ha trovato pure il tempo di confezionare l’assist per il bellissimo gol di Frattesi. Bravo Ace e brava Inter!
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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