Capello: "Parole che sanno d'addio, ma al posto di Inzaghi resterei all'Inter"

Nel suo intervento ai microfoni della Gazzetta dello Sport, Fabio Capello analizza la situazione di Simone Inzaghi e il suo futuro: "Se un allenatore risponde come lui dopo quella finale, allora c’è qualcosa di strano. Le sue parole dell’altra sera mi lasciano dubbioso. Vanno contestualizzate, certo, perché il 5-0 incassato dal Psg non è una sconfitta, è qualcosa di più: magari la grande delusione di Simone ha bisogno di decantare ma insomma, le mie perplessità restano. Mi sembrano un po’ l’anticamera di un addio".
Se così fosse, si consumerebbe nonostante il presidente Marotta abbia ribadito più volte di voler andare avanti con Inzaghi: "Non è una serata negativa che cancella i meriti, noi vorremmo proseguire rinnovando il contratto".
"Ecco, questa è la chiave di tutto: la fiducia di una società è la condizione fondamentale perché un allenatore possa continuare a lavorare nel club. Specialmente dopo un’amarezza come la finale di Champions persa in quel modo".
Nei panni di Inzaghi, cosa farebbe Capello?
"Chiamerei Marotta: “Ditemi dove devo firmare e andiamo avanti insieme”.
Se non sarà Inter, sarà Al Hilal...
"E dunque si tratterebbe di una questione economica. Perdi la seconda finale di Champions in tre stagioni e vai in Arabia dove ti ricopriranno d’oro. La rabbia e la delusione per il brutto ko con il Psg possono giustificare la voglia di cambiare aria, ma se riparti da lì... Più che altro, valuterei un altro aspetto".
Quale?
"Il rapporto con i tifosi. Siamo sicuri che il feeling rimarrà lo stesso dopo Monaco?".
E se Inzaghi decidesse di rimanere all’Inter? Da che cosa dovrebbe ripartire?
"Nell’immediato, dalla rabbia per aver perso così la seconda finale di Champions della carriera: il Mondiale per club, il primo della storia, sarà una vetrina per mostrare al mondo la faccia bella dell’Inter, quella che ha battuto Arsenal, Bayern, Barcellona. Più in generale, invece, direi che Inzaghi potrà ricominciare dai quattro anni passati in nerazzurro. Anni durante i quali ha costruito un gruppo forte, capace di scalare per due volte una montagna ripidissima come la Champions. Perché il percorso fino alla finale è stato straordinario, questo non si può dimenticare. Onore a Inzaghi, ve lo dice un allenatore che ha giocato tre finali di Champions perdendone due. Detto questo, Simone dovrà fare tesoro di questa esperienza e concentrarsi sul campionato".
Sta dicendo che dovrebbe dare priorità allo scudetto?
"No, guai a scegliere. Ma in questa stagione, pur avendo una rosa attrezzata per imporsi in Serie A, l’Inter ha sprecato troppe occasioni nel testa a testa con il Napoli. E lo ha fatto perché troppo spesso sono mancate continuità e concentrazione dopo aver sbloccato le partite. Io penso che una squadra come l’Inter debba essere in grado di gestire una maratona come il campionato".
La rosa però andrà rinnovata: di sola esperienza non si vive...
Certo, ma sono sicuro che Marotta lavori in questa direzione. E il percorso in Champions, grazie ai milioni incassati, aiuterà a investire. In sintonia con il suo allenatore: la società sa perfettamente che tipo di giocatori servono a Inzaghi. Lo ascolta, con lui si confronta da anni e il meccanismo funziona".
In caso di addio di Inzaghi, cosa si aspetta dall’Inter?
"Non mi avventuro in scivolosi toto-nomi, ma di due cose sono sicuro. Primo: Marotta non si farebbe trovare sorpreso, un piano B lo avrà studiato senz’altro. Secondo: chiunque dovesse arrivare, dovrebbe essere in grado di maneggiare un materiale particolare, modellato sul 3-5-2 di Inzaghi".
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