Marotta a Radio Serie A: "Ottimisti su Pavard, ma non chiuderemo oggi. Lukaku ci ha deluso, Correa può partire"

Marotta a Radio Serie A: "Ottimisti su Pavard, ma non chiuderemo oggi. Lukaku ci ha deluso, Correa può partire"TUTTOmercatoWEB.com
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lunedì 21 agosto 2023, 11:41Primo piano
di Marco Corradi

Un fiume in piena. Questo è Beppe Marotta ai microfoni di Radio Serie A, in un'intervista che lo vede aprirsi come mai prima sul calciomercato dell'Inter, nella chiacchierata con Giorgia Rossi e Marco Cattaneo. Si parte dalle domande incalzanti su Benjamin Pavard, nuovo e grande obiettivo nerazzurro: "Non credo che arriverà oggi l'annuncio per Pavard, non potrò darvelo in diretta (ride, ndr). Come siamo messi? Siamo messi bene, per l'ultimo tassello abbiamo sparato molto in alto e c'è l'ottimismo. L'Inter deve tenere gli obiettivi alti, quando sfumano non va frainteso il nostro impegno. Il tassello che ci manca dev'essere forte, autorevole e di grande esperienza internazionale. Pavard soddisfa ogni requisito". 

Cosa vi ha insegnato la scorsa stagione?

"Che nella rosa dev'esserci grande equilibrio tra giovani e meno giovani. Solo coi giovani non si vince e dev'esserci equilibrio". 

Siete soddisfatti del vostro mercato?

"Sto vivendo il mio 47° calciomercato. In questo momento il calcio italiano è molto diverso da quello che era negli anni Novanta e Duemila, quando potevamo fare grandi colpi. Ora dobbiamo rincorrere le opportunità e acquisti dall'alto potenziale. Il player trading ormai è una necessità e una caratteristica del calcio italiano. Nessuno può spendere 200mln". 

L'Inter è più o meno forte?

"Si tratta di un'Inter competitiva, la mia valutazione soggettiva è buona. Poi bisogna parametrarsi sugli avversari che abbiamo visto tra sabato e ieri, siamo competitivi e si parte alla pari per lo scudetto". 

Siete rimasti scottati da com'è finita per Lukaku e Samardzic?

"Alla mia età non soffro più per il mercato, forse solo per il caldo (ride). Credo che in quest'era siano venute meno la professionalità, il rispetto dei ruoli e i giocatori siano spesso malconsigliati. Quello che possiamo fare come dirigenti è adattarci a un sistema che è cambiato nei valori e nelle condizioni economico-finanziarie dei club. I trasferimenti sono frequentissimi, perchè ogni movimento genera denaro per giocatori e procuratori, che guidano spesso le azioni dei loro assistiti. Nel bene o nel male". 

Quanto vi ha condizionato il mancato arrivo di Lukaku?

"Viviamo in un mondo dove quello che oggi è sì diventa no, e viceversa. Bisogna abituarsi a queste situazioni che ti vedono allontanato da un giocatore che avevi in pugno. Lukaku ci ha lasciato tanta delusione, ha fatto la sua scelta e noi le nostre. Sicuramente, nel mentre abbiamo perso dei giocatori... Dove andrà? Si stanno chiudendo tante porte, non credo tornerà in Italia".

C'è un colpo che invidia alle altre big?

"Onestamente no. Tanti club si sono mossi bene, hanno idee e svolgono operazioni interessanti. C'è un sistema che funziona e tanti club hanno operato bene". 

Correa può lasciare l'Inter? Si parla di Sanchez...

"Quando convivi con un calciomercato che continua a esserci mentre giochi, chi non gioca chiede di essere trasferito. Correa invoca spazio e non siamo indifferenti a questo, ma soprattutto non tratteniamo i giocatori per forza. Se vorrà andare via, verrà accontentato. Sanchez? Mi fa piacere che si sia rilanciato nel Marsiglia, è un campione e ha dato segnali positivi dal momento del suo addio all'Inter. Può essere un'opportunità". 

Onana è partito ed è arrivato Sommer. Come cambia l'Inter?

"Quando un calciatore viene richiesto da un club più ricco, è difficile trattenerlo. Non è possibile rinunciare, da club italiani, a certe somme. Onana era arrivato a parametro zero con una grande intuizione di ausilio ed è partito a più di 50mln, con uno stipendio raddoppiato. Non potevamo competere ed al tempo stesso abbiamo trovato delle alternative. Ormai serve un forte scouting, per trovare alternative ruolo per ruolo di alto livello ed essere pronto ad ogni evenienza".

Il mercato arabo sarà aperto fino al 20 settembre. Teme di perdere qualcuno?

"Devo dire che questo fenomeno è arrivato improvvisamente. Non eravamo preparati e ci vorrà almeno un anno per capirne gli effetti. Dal punto di vista sportivo la qualità è scesa. Hanno preso ventidue giocatori importanti, big veri che sono andati dall'altra parte del mondo portando 700mln nelle casse europee. A fronte della povertà tecnica, è venuta meno anche competitività economica. Nei diritti televisivi questa invasione mediatica del calcio arabo è condizionante. Non escludo che siano arrivate richieste a noi o ad altri. Da quello che so io, hanno miliardi a disposizione. Non nascondo che arrivino offerte importanti anche in queste ore, ma è impossibile trasferire dei titolari. Sono d'accordo con Carnevali, non si cedono i big a fine agosto".

Lautaro è il nuovo fulcro dell'Inter.

"Il finalizzatore e il terminale del nostro gioco ora è lui, è più responsabilizzato ed è partito con due gol l'altro giorno. L'arrivo di Arnautovic? Il ruolo del manager è quello di avere grandi nomi e grandi opzione. Chiaramente c'erano altri obiettivi prima di lui per un fatto anagrafico, man mano che si restringeva la lista è venuta questa opportunità. Spiace averlo sottratto al Bologna, li abbIamo messi in difficoltà e ne siamo consapevoli". 

Sensi può restare?

"Ci ha spesso abituati a dei bei precampionati, ora dovrà confermarsi nella stagione. Su di lui si può investire a livello fisico, se non ha problemi o infortuni può essere importante". 

Vede cresciuto Inzaghi? Si parla del rinnovo...

L'esperienza e la crescita derivano dall'avere vissuto certe emozioni, come la finale di Champions League, anche quando si perde. La sconfitta scatena la rabbia positiva di essere più competitivi e più bravi. Quel traguardo è servito moltissimo al nostro gruppo e ad Inzaghi stesso. Quattro-cinque anni fa avevamo in rosa giocatori che non avevano mai vinto o giocato in Champions, ora siamo una presenza fissa. Il rinnovo? Quando ci sono stima e condivisione totale delle strategie, è automatico". 

L'acquisto di Cuadrado ha sorpreso i tifosi.

"Si tratta di un valido giocatore che rientra in quel discorso fatto prima sui giovani e gli elementi d'esperienza, che fanno la differenza e danno emozioni positive ai compagni sia sul campo che nello spogliatoio, spingendoli a dare di più. Ai tifosi dico grazie per la loro passione ed amore. Riceviamo tante critiche e appunti, via social o via mail, anche da elementi noti e insospettabili. Posso dire che il calcio è cambiato e, anche se capisco che l'amore verso una maglia porti ad essere sfiduciato quando si pensa che la squadra sia incompleta, ai tifosi chiedo fiducia nel nostro operato. Lavoriamo per un'Inter vincente".

Quali saranno gli obiettivi della stagione?

"Innanzitutto dovremo gestire lo stress di giocare ogni tre giorni, che ci darà uno sforzo maggiore rispetto a una Juventus senza coppe, ma al tempo stesso onore e prestigio. La finale non è stata un caso, vogliamo competere e confermarsi. Scudetto o un'altra finale di Champions? Se potessi firmare per avere un anno lo scudetto e un anno la finale, lo farei senza pensarci (ride)".