Ma quale pazza, questa è follia Inter: Acerbi d'astuzia e 2-1 nei supplementari
Una partita caotica, fin troppo per i gusti di Inzaghi. Eppure senza il centrocampo titolare l'Inter ha faticato molto a creare un buon gioco. Lenti e sconclusionati, nel primo tempo i nerazzurri vengono castigati da un bello scambio al limite tra Sohm e Juric, con Pecchia & co avanti 1-0. Nella ripresa il Parma cerca ovviamente di spezzare ritmo e gambe ai meneghini, presi dalla fretta di trovare la rete del pari. Ma sospinti dalle forze fresche, Lautaro e compagni non perdono le speranze e trovano la benedetta rete dell'1-1 proprio con il neo campione del Mondo. E a due minuti dalla fine. Non c'è più tempo però: Inter-Parma si decide ai supplementari. Da qui in avanti la gara non si discosta dai binari iniziali, ma l'Inter ha un motivo in più per tentare il sorpasso. E al 110', quando tutto sembra apparecchiato per i calci di rigori, proprio il neo entrato Francesco Acerbi decide la gara più sofferta della stagione, abbracciando compagni, Curva in festa e quarti di Coppa Italia.
L'Inter non c'è, Juric manda in paradiso il Parma
L'erroraccio di D’Ambrosio nei primi minuti ne è la conferma. Un'Inter disordinata, che sembra andare a singhiozzi in una partita studiata a tappeto dal Parma. Attendere l'errore avversario per poi imbastire il contropiede è stata la tattica migliore per i parmensi, considerato l'andazzo nerazzurro. La formazione di Inzaghi ha faticato molto a trovare la porta avversaria, con unico squillo targato Gagliardini non andato a buon segno. I primi a sbloccare il match sono gli ospiti, che trovano il gol del vantaggio su ennesima ripartenza: tacco delizioso di Sohm e destro da sogno sotto l'incrocio di Juric (subentrato) al limite. Sull'1-0 momentaneo per i crociati Onana non può nulla, così come tutta l'Inter che si è dovuta inchinare a una squadra aggressiva e sul pezzo, sebbene la categoria di provenienza (Serie B). Il rischio della doppia beffa è dietro l'angolo con il tiro al volo di Benedyczak, ma l'estremo difensore camerunese annienta la minaccia e i primi 45' si chiudono qui.
Quando tutto sembra perduto, ecco la grinta del 'Toro'
Nella ripresa il Parma è sempre rimasto lì a infastidire i nerazzurri, mentre gli uomini di Inzaghi erano intenti ad affacciarsi in avanti in qualsiasi modo. Ci ha provato Dumfries sulla corsia di destra, con cross invitante per Mkhitaryan, ma l'armeno ha perso l'equilibrio e calciato alto. Sfumata una buona chance, i primi venti minuti della seconda frazione volano via. Con un timore ben motivato Inzaghi quindi ha optato per correre ripari e affidarsi ai pesi massimi Dzeko e Dimarco, mentre Bellanova accompagna. La corsia di sinistra è stata notevolmente avvantaggiata, da lì molteplici cross sono piovuti a catinelle in area avversaria, senza però trovare buon esito. Il Parma si è raccolto bene dietro e l'Inter sembrava incapace di trovare il gomitolo di una matassa sempre più ingarbugliata. Quando nessuno ci credeva più, spunta Lautaro Martinez: un assist per Dzeko, anticipato da Osorio, si tramuta in palla vagante. Lautaro, tutto solo, ha avuto il tempo di controllare e calciare immediatamente, bucando la porta di Buffon su deviazione. L'ex portiere della Juve poi ha resistito al finale arrembante dei nerazzurri, tenendo a galla i suoi con una parata su Dzeko da 'Super Gigi'. Spazio ai tempi supplementari.
Supplementari de oro, ma che fatica Inter
Poche occasioni e poche emozioni. L'Inter cerca di creare gioco dal basso, ma tra imprecisioni e un Gagliardini disastroso viene ricacciata all'indietro. I gialloblù cercavano di salire e tenere palla su per far scorrere l'orologio, mentre la banda di Inzaghi escogitava un piano di reazione. Dopo diversi tentativi di imbucate in area dall'out di Dimarco verso il rettangolo d'area, l'Inter ha messo a segno il sorpasso con Acerbi, che "ci mette la testa". Nel senso che una sfera ribattuta fuori da Buffon, su cross velenoso di Dimarco, viene ingegnosamente insaccata al volo dall'ex Lazio, scavalcando il capitano crociato e la montagna Parma 2-1. San Siro scoppia di gioia e tira più di un sospiro di sollievo, dopo essersela vista davvero brutta fino al penultimo minuto della seconda frazione. Quanta fatica però.
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