LIVE - Marotta dal Festival dello Sport: “Zhang vuole proseguire, dopo l’Inter addio club”

LIVE - Marotta dal Festival dello Sport: “Zhang vuole proseguire, dopo l’Inter addio club”TUTTOmercatoWEB.com
venerdì 8 ottobre 2021, 22:02Primo piano
di Arturo Calcagni

22.00 - Si conclude l'incontro.

Una battuta sul futuro suo e dell'Inter
 

"Il nostro modello permette investimenti razionali e non faraonici, Zhang vuole andare avanti con l'Inter. Lotteremo per traguardi ambiziosi ma il futuro del club è al sicuro. Non potevamo fare scelta migliore di Inzaghi, sta ripercorrendo quanto fatto da Conte. Zhang per dicembre verrà in Italia, in quella occasione parleremo del mio futuro. Posso dire che dopo l'esperienza con l'Inter non lavorerò più per un club. Ma voglio comunque rimanere nel mondo del calcio".
 

Il punto su Lautaro Martinez tra presente e futuro all'Inter

"Lautaro sta dimostrando con i fatti di avere qualità, è un professionista. Faremo di tutto affinché possa proseguire all'Inter, con questo rinnovo stiamo mettendo le basi per il futuro con lui all'Inter. L'ideale, ossia ciò che stiamo provando a fare è un giusto mix tra giovani e giocatori più esperti".
 

Se le dico Dybala all'Inter?

"Sul futuro di Dybala c'era incertezza prima come ora. Adesso penso che firmerà, ma c'è stata la possibilità di portarlo all'Inter quando abbiamo parlato con la Juve di Icardi"
 

Rivedremo Pogba in Italia?

"Credo sia difficile, guadagna ancora tanto a livello di stipendio. In questo momento non ci sono club in grado di ingaggiarlo. C'è il Decreto Crescita, ma un po' viene boicottato"

E' vero che se partiva prima Lukaku non andava via Hakimi?

"Quando ti chiama una corazzata come il Psg e ti offre certe cifre, purtroppo è impossibile dire di no"
 

Sei stato colui che non voleva Ronaldo alla Juventus?

"Dai campioni impari sempre, e ti possono aiutarle. Poi dipende dal contesto, e secondo me per lui andavano fatte valutazioni economiche-finanziarie di un certo tipo"

Sui tifosi dell'Inter

"I tifosi in estate hanno capito necessità del club. Gli abbiamo spiegato, dopo la contestazione, la situazione con il dialogo. Hanno capito e ci sono stati vicini"

Il grande colpo mancato

"Haaland, quando ero alla Juve, potevo prenderlo per circa 2-2,5 milioni di euro. Ma ai tempi non abbiamo avuto la forza di andare in extra-budget. Adesso lui è tra i migliori in Europa"

Un retroscena sul passato?

"Potevo andare all'Inter gia tanti anni fa, mi chiamò ed ho visto Ernesto Pellegrini. Poi scelse Dalcin ed è stato meglio, in un grande club da giovane mi sarei bruciato"

Quanto credi realmente che si possa confermare lo scudetto?

"Si, ci credo. La mission è regalare all'Inter la seconda stella"

Sulla gioventù e la carriera da calciatore

"Ho giocatore al Varese ma mi sono accorto di avere dei limiti. È il mio sogno nel cassetto è sempre stato quello di fare il dirigente, sin dall'oratorio, il poster di Rivera che avevo in camera l'ho ripiegato e sono passato a lavorare in dirigenza"

Sul rapido passaggio dalla Juve all'Inter

"Volevo un po' riposare dopo anni di vittorie ma mi ha chiamato Zhang ed era una opportunità da non poter mancare. Sono ripartito all'Inter con entusiasmo, ho illustrato progetto complicato alla società come passare da Spalletti a Conte, ma la proprietà mi ha sostenuto. Ho portato stimoli nuovi e vincenti"

Un pensiero sul caso Icardi

"Ottimo giocatore, con noi non ha mai creato grandissimi problemi. Abbiamo voluto creare un percorso e abbiamo scelto persone che avessero un profilo ben preciso ossia disciplina e personalità. Si è fatta una scelta ben precisa con l'allenatore, ossia Conte. Forse Icardi ha avuto troppe responsabilità per la sua età".
 

Mai cercato Osimhen?



"Lo conoscevamo, ma quando è arrivato al Napoli noi eravamo già coperti nel ruolo".

Sei all'Inter dal 2018, il percorso vincente continua?

"Non è facile restare sempre a certi livelli, siamo visti come i campioni da battere, e noi partecipiamo sempre per vincere. Ma siccome si lotta con altri grandi club, è difficile avere sicurezza su quello che succedere. Ora è prematuro fare previsioni, io temo Milan e Juventus perché hanno cultura della vittoria, ma diamo anche i meriti al Napoli che ora è lì davanti"

Sul rinnovo di Barella

"Lui è il classico esempio di calciatore talentuoso divenuto campione. Ciò che per esempio non è riuscito a fare Cassano. Barella ha acquisito continuità, ed è giusto gratificarlo economicamente. Non è un rinnovo, ma una gratificazione. Nelle prossime settimane lo faremo. Sarebbe bello se diventasse capitano, ma deve dimostrare di essere un leader. Lui può cominciare a pensare di essere un leader, a pensare da capitano. Non è un titolo che si regala".

giocatori hanno capito il momento del calcio?

"Non penso, vivono in un mondo molto dorato. Sono dei ragazzi, spesso giovani, che devono essere educati. Spesso hanno risposte positive, altre meno. Molti hanno pensato più a salvaguardare la loro salute che ad aiutare i club. Noi come Inter abbiamo pagato tutto, fino all'ultimo centesimo. Alla luce dei risultati, dopo un confronto con loro, non abbiamo chiesto alcun taglio"

Vuoi tranquillizzare i tifosi sul futuro del club? Entreranno partner?

"Nessuna cessione di big in futuro, i tifosi devono essere tranquilli. L'Inter esisterà sempre e sarà competitiva. Su futuri partner deciderà l'azionista, necessario che al comando resti un solo gruppo. Vendere parte di azioni ci sta, ma non è il viatico migliore per risolvere situazione. Bisogna trovare modello di riferimento che dia sostenibilità e continuità. Non penso che socio di minoranza possa aiutare, si ha solo un benessere momentaneo e nulla più" 

Sulla pandemia 

"Ha peggiorato situazione pre-esistente, modello attuale non garantisce continuità. E c'è anche un aspetto etico. Serve modello differente. Suning ha profuso molto impegno, rivedere il modello è inevitabile. È compito del management bilanciare gli obiettivi economici e quelli sportivi. Adesso l'Inter è in una situazione economica tranquilla, e possiamo ancora competere con l'obiettivo della scorsa stagione. Anche i calciatori devono farsi carico e rivedere gli aspetti contributivi".

Come si è arrivati a Dzeko

"Noi facciamo sempre scout, e valutiamo le opportunità sul mercato. Dzeko era obiettivo anche della scorsa stagione, poi circostanze favorevoli e la promessa del suo presidente di partire a zero ci ha aiutato. La Roma è stata anche molto seria. Vlahovic? Situazione negazionale, complicata, volevamo prenderlo con Dzeko, fare accoppiata. Ma non è stato possibile".

La verità sull'addio di Lukaku

"La mia esperienza mi porta a dire che non bisogna mai fidarsi, si creano sempre imprevisti. Lukaku ha manifestato l'addio di essere ceduto al Chelsea e noi non potevamo che accettare, e rispettare le sue volontà. Abbiamo trattato, fatto valutazione e immaginato le dinamiche successive. Non mi sono sentito ne tradito ne stravolto. Abbiamo valutato le opportunità, abbiamo incassato soldi importanti per il club e realizzato operazione importante".

Su Eriksen 

"Ha rischiato di morire, è stato un dramma. Siamo stati tempestivi per cercare di capire quanto fosse successo, per avermi una prima diagnosi. È una cosa  molto complessa, ancora oggi non abbiamo certezze sull'accaduto. Siamo contenti di averlo tra noi, al momento non possiamo fare ipotesi, aspettiamo un po' l'evolversi. Al momento opportuno valuteremo il futuro, anche noi abbiamo ottimi consulenti. Fortunatamente abbiamo ritrovato la persona e questo conta più di tutto".

La scelta di Inzaghi 

"Quanto fatto da Conte ci ha spiazzati, scelto allenatore giovane ma con percorso significativo, il quale stava rinnovando con la Lazio. Siamo stati tempestivi, gli abbiamo presentato il nostro progetto, un progetto serio. Abbiamo identificato un allenatore che potesse proseguire quanto fatto da Conte, non volevamo ci fossero stravolgimenti. Ovviamente non potevamo immaginare cosa sarebbe successo dopo".

Lo strappo con Conte 

"La decisione finale è stata frutto di un lungo confronto, non c'era un percorso comune da percorre. Decisione rispettabile, poi bisogna andare avanti con ottimismo. Società resta, calciatori e giocatori passano. Noi rappresentiamo una società importante".

Quando avete capito che poteva essere una stagione vincente?

"Molto lo abbiamo capito quando abbiamo battuto la Juventus ad inizio stagione, poi siamo stati sempre sul pezzo. Ma suonando i bianconeri abbiamo acquisito consapevolezza. Quando siamo usciti dalla Champions ci siamo focalizzati su un solo obiettivo, in Europa conta molto il momento. Insomma devi essere al top quando affronti un avversario in una sfida ad eliminazione diretta. Per questo non sempre chi vince la Champions è la più forte a differenza del campionato".

I suoi ricordi del due maggio, il giorno della vittoria dello scudetto 

"E' stata una stagione difficile, piena di difficoltà, ma un traguardo fortemente voluto. Un traguardo straordinario, non dico impensabile perché quando si intraprende un percorso l'obiettivo di raggiungere il massimo. Lo scudetto mancava da tanti anni, è stata una vera e propria liberazione".

20.30 - Inizia l'incontro. Marotta risponde alle prime domande.

20.20 - Oltre a Marotta e ai due colleghi, sul palco del Teatro di Trento ci sarà anche il Tricolore vinto lo scorso maggio in bella vista.

20.10 - Mancano 20 minuti alla salita sul palco di Beppe Marotta, ad dell'Inter. Il Teatro Sociale di Trento va pian piano riempendosi: c'è attesa.

Ci sarà l'Inter al centro della seconda serata del Festival dello Sport di Trento, iniziato ieri e che terminerà nella giornata di domenica. A rappresentare i nerazzurri sul palco del Teatro Sociale sarà l'amministratore delegato Beppe Marotta, il quale dialogherà con i colleghi Davide Stoppini e Gianni Valenti. "Marotta, Inter tra presente e futuro" il titolo del forum che avrà inizio alle 20,30. Seguite la diretta testuale de L'Interista per restare aggiornati su tutte le parole del dirigente della Beneamata.