Le riserve non (sempre) valgono i titolari. Ma l'Inter fa di necessità virtù e strappa il pass per i quarti
È il momento di stringere i denti. L'Inter si complica la vita contro l'Empoli, oltre ogni più pessimistica previsione, evita la figuraccia ad un sospiro dal novantesimo e strappa con le unghie la qualificazione ai quarti di Coppa Italia. La grande verità ricavabile dalla turbolenta serata del Meazza è che non sempre le riserve possono valere i titolari: una considerazione tautologica ma necessaria, perché molte volte in passato, per merito di Inzaghi, non è sembrato essere così.
Ancora centoventi minuti, una settimana dopo le fatiche estenuanti di Supercoppa. È il momento più critico della stagione, sotto questo profilo: la frequenza degli impegni non ammette cali di tensione, ma corrode il fisico e la lucidità della squadra. Le difficoltà di questa sera, dunque, stupiscono fino a un certo punto, e la sosta (prima ci sarà l'ultima fatica con il Venezia) giunge nel momento più opportuno.
A decidere la gara, ironia della sorte, è stato quel Stefano Sensi che pareva non dovesse nemmeno accomodarsi in panchina. Non di fronte al rischio di un nuovo infortunio (l'ennesimo) a cose fatte con la Sampdoria. Tutto il contrario: Inzaghi l'ha gettato nella mischia nella fase decisiva della contesa, e ha avuto ragione. Difficile pensare ad un ripensamento in extremis, ma chissà che non possa essere un buon presagio in ottica futura: Stefano partirà alla volta di Genova, ritroverà - presumibilmente - smalto e condizione, per provare a rilanciarsi in nerazzurro il prossimo anno.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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