La strana serata di Dzeko. Come sarebbe finita con Edin in campo a Liverpool?
Una notte da spettatore. Non esattamente quel che s'attendeva Edin Dzeko. Che ha forse impercettibilmente arricciato il naso quando ha appurato che, per i disperati assalti finali contro il Liverpool, Inzaghi aveva deciso di affidarsi agli strappi di Correa. Edin si è riaccomodato in panchina, testa bassa e giaccone in spalle, rassegnato all'idea che un altro gol ad Anfield, dopo l'ultimo siglato con la Roma nel 2018, gli sarebbe stato precluso.
Già di per sé l'esclusione dall'undici titolare, per quelle che erano le premesse prima della gara, aveva destato una certa curiosità. Certo, con i giusti incastri Lautaro e Sanchez avrebbero potuto mettere in difficoltà i due massicci centrali del Liverpool con combinazioni palla a terra e guizzi nello stretto. A tratti è accaduto. Ma per alleggerire la pressione alta dei Reds, furente nelle fasi più critiche, potersi appoggiare ad un riferimento centrale in grado di duellare fisicamente con Van Dijk avrebbe garantito un exit plan che invece, in quelle situazioni tattiche, non c'è stato.
I fatti non hanno dato ragione a Inzaghi. Non tanto per quello che è stato il coraggio mostrato dalla sua squadra, degno di certamente di un plauso: al di là delle caratteristiche dei due attaccanti, l'Inter ha proposto gioco con spigliatezza e in alcuni momenti anche con una certa pericolosità. La leggerezza di Sanchez si somma però a quella commessa nel derby, costata carissima come stasera. Quando il margine d'errore è praticamente nullo, conviene forse fare affidamento su chi, da settembre a oggi, ha fornito più garanzie. Ad ogni modo, Edin proverà a consolarsi con la volata Scudetto, che lo vedrà - quella sì - assoluto protagonista. A partire già dalla trasferta di Torino.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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