Bergomi: "Inzaghi scelta corretta e di continuità. L'addio di Conte non mi ha sorpreso"

A margine del ‘Memorial Bellugi’ è intervenuto ai microfoni della stampa presente, tra cui l’inviata de L’Interista, l’ex nerazzurro Giuseppe Bergomi: “Proprio questa mattina ho sentito Luisito Suarez che mi ha detto che nell’ultimo anno Bellugi si è presentato alla Pinetina con una spider e una pelliccia lunga fino ai piedi e Heriberto Herrera gli è corso dietro. Era questo il suo spirito anche da calciatore. Era una persona meravigliosa, solare, che aveva sempre la battuta pronta. Una bella persona”.
L’anello di congiunzione tra lo Scudetto del ’70 e questo?
“Sono passati cinquant’anni, è difficile trovare le analogie tra questa squadra e quella. Mi piace però pensare più a Mauro nel calcio di oggi in cui ai difensori si richiede qualcosa di diverso. Lui non buttava mai via il pallone, sarebbe stato il difensore ideale”.
Inzaghi?
“Simone lo conosco bene perché quando allenavo l’Atalanta lui era nella Giovanili della Lazio, in lui vedevo la passione e la voglia di arrivare a fare l’allenatore. È un segno di continuità, giusto andare a prendere un allenatore come lui. Bisogna vedere come andrà il mercato, ma per me è stata una decisione giusta”.
Sorpreso dell’addio di Conte?
“No, non sono sorpreso perché se conosco Antonio e la sua ambizione non ha deciso nell’ultimo momento, si portava dietro questa convinzione da tanto tempo. Penso l’avesse maturata da tempo”.
Hakimi?
“Ci sono giocatori forti e ce ne sono altri decisivi, se giochi con il 3-5-2 un giocatore così ti ribalta tutto ed è difficile trovarne un altro così. Se devi giocare con la difesa a tre lui è determinante. Penso che anche Inzaghi avrà chiesto dei giocatori di questo tipo”.
Un giocatore nella Lazio che vorresti nell’Inter?
“Milinkovic-Savic, lui è molto fisico e cambiando ambiente secondo me troverebbe nuovi stimoli”.
L’Italia?
“Mancini ha fatto un lavoro straordinario, ha trovato un’identità di squadra e una mentalità a prescindere dall’avversario. Lui ha detto di voler vincere e questa è la comunicazione giusta. Barella è un giocatore di livello mondiale, Bastoni forse all’inizio non troverà tanto spazio ma ci sta benissimo in questo gruppo, anche perché i centrali sono sempre a rischio ammonizione, è successo anche a me nell’82 di entrare dopo”.
Sensi?
“È difficile, è un ragazzo che non riesce mai a guarire e a dare continuità di prestazioni. Se si fanno male in 10-12 è un problema di preparazione, se sta male solo lui il problema è suo e bisogna risolverlo. A me piace molto, può giocare in tutti i ruoli del centrocampo. Quando un giocatore perde una competizione così importante dispiace”.
Donnarumma?
“Io lo vedo solido dal punto di vista psicologico, è da tanti anni che gioca bene e non si farà condizionare. Lo vedo forte mentalmente, andrà in porta e farà le sue gare”.
Inter favorita per lo Scudetto anche con Inzaghi?
“Sicuramente se una squadra vince lo Scudetto parte con i favori. Sicuramente quando togli l’allenatore e dei giocatori qualcosa si perde, ma tutti i giocatori danno massima disponibilità. Bisognerà aspettare ancora un po’, ma le qualità ci sono”.
La Roma di Mourinho?
“Sono felice che torni, fa bene al nostro calcio. Sento tante cose su Mourinho ma i calciatori non invecchiano, è il calcio che cambia. Oggi gli allenatori possono farsi uno staff enorme, se José sceglie quelli giusti e comunica bene come sa fare secondo me può fare bene. Conosce anche il nostro calcio e poi se arriva nei primi quattro secondo me ha già fatto tanto”.
Eriksen?
“È cominciato tutto dopo il Sassuolo, la svolta è stata togliere il trequartista. Io arrivo a dire che Eriksen ha giocato meglio nella fase di non possesso, lì è stato determinante ed è entrato nei meccanismi di Conte”.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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