ESCLUSIVA - Turci (Dazn): "Inter, punto importante. Handanovic? Sempre in discussione, ma..."
Due punti persi, o uno guadagnato? Il giorno dopo della sfida pareggiata a Bergamo, contro la più che mai agguerrita Atalanta, l'Inter di Simone Inzaghi si ritrova a valutare una prestazione giocata con autorità in un campo difficile, da un lato, ma con l'amaro in bocca di non aver saputo sfruttare le occasioni create, dall'altro. Quella del Gewiss Stadium è stata la solita battaglia a viso aperto fra due squadre che non fanno molti calcoli nel corso dei 90 minuti. Ed in questi ultimi 90 minuti gli spunti, sia positivi che meno, sono stati molti, per i nerazzurri di Milano.
La redazione de L'Interista ne ha parlato con il giornalista di Dazn, Tommaso Turci, per analizzare con lui, che sta seguendo da vicino molte delle partite di cartello di questo campionato, quello che è l'andamento non solo della Benemata, ma anche delle dirette rivali per la corsa allo Scudetto.
Atalanta-Inter è stata definita uno spot per il calcio italiano. Per l'Inter è una frenata o, invece, può essere visto addirittura come un passo avanti, per come è stata affrontata la partita?
"E' stata una partita molto ben interpretata da entrambe le squadre. Non dimentichiamo che l'Inter arrivava da una Supercoppa vinta dopo 120 minuti. E contro una squadra che fa dell'intensità la sua arma principale, come l'Atalanta, non è facile non concedere nulla, come riusciva a fare la squadra di Inzaghi nell'ultimo periodo".
Un punto guadagnato per entrambe, dunque.
"E' un punto importante secondo me, contro una squadra molto forte, la Dea è sempre complicata da affrontare: l'andata finì 2-2, l'Inter rischiò di vincerla, ma anche di perderla. Sono d'accordo nel definirla la partita 'spot' del nostro campionato, è stato così sia all'andata che ieri, nonostante non ci siano stati gol. Ci siamo divertiti, ci sono state grandi parate. Entrambe hanno fatto troppo bene per uscirne sconfitte".
Hai visto un'Inter stanca dopo la Supercoppa?
"L'Inter ha una profondità di rosa che non ha nessuno in Italia, ha tante possibilità di cambiare, soprattutto sugli esterni e davanti. Il discorso della stanchezza lascia il tempo che trova. Più rilevante il dover rimanere concentrati per tutte le partite e situazioni di gioco: da questo punto di vista l'Atalanta è snervante da affrontare. Certo, soprattutto in mezzo al campo, ci sono degli indispensabili per i quali dopo aver fatto 120 minuti mercoledì, nei minuti finali ci può stare che vengano a mancare energie. Ma non la vedo come un'Inter stanca. La vedo completa, addirittura quasi meglio di quella dell'anno scorso. Solo alla fine si potrà scoprire se è più bella, ma magari meno vincente".
Per la lotta scudetto: qualcuno aveva già celebrato il funerale di questo campionato troppo presto, vedendo l'Inter andare a +4?
"Forse sì, posto che l'Inter è la squadra con più mezzi, con la proposta migliore, con i giocatori che stanno crescendo di più. La fase difensiva già era cresciuta tanto negli ultimi due anni. Ma quest'anno vedo per esempio quanto è diventato forte Bastoni, lo stesso Skriniar, gente che gioca ovunque. Brozovic è il centrocampista più importante in serie A, determinante. Vedendo questo capisci che l'Inter è la più forte. I campionati però bisogna vincerli passo dopo passo".
E le avversarie sono lì.
"Il Milan innanzitutto, indipendentemente da come andrà stasera. Ha avuto molti infortuni, può dire la sua almeno per un po'. La squadra che vedevo più vicina all'Inter fino ad un mese fa era l'Atalanta, perché è la squadra più europea. Europea nel senso di continuare a proporre indipendentemente dal risultato, con i giocatori che cambiano ruolo, che entrano in area di rigore come Demiral ieri. Da addetto ai lavori mi auguro, per lo spettacolo, che tutto rimanga aperto fino alla fine".
Il calendario ora vede molti scontri diretti, non solo per l'Inter. Febbraio sarà decisivo per il campionato?
"Il campionato è lungo, secondo me indipendentemente dai prossimi 15 giorni, si deciderà a primavera. Abbiamo visto lo scorso anno come è crollato il Milan dopo essere stato campione d'inverno. E' un periodo determinante, quelli degli scontri diretti sono punti importanti, ma il periodo marzo-aprile sarà quello dove si potrà delineare davvero il tutto".
E la Juventus?
"Ieri scherzavo con un amico, dicendo: quello di Bergamo è un punto importante per l'Inter, per l'Atalanta, ma anche per la Juventus. Fa rallentare chi sta davanti e avvicina i bianconeri alla zona Champions. Di quelle davanti la Juventus è quella che ha i giocatori più di caratura internazionale: al completo deve entrare nei primi 4 posti, anche se per quello che ha proposto fino ad ora non lo merita. L'attacco fa fatica, non domina mai le gare, tenendole aperte fino alla fine. Questo è un grosso limite, ci affida alla giocata del singolo, ma non è semplice perché Chiesa si è fatto male, davanti arriverà un attaccante e bisognerà capirne la caratura. Sarà importante la sfida al Milan, può rilanciarne le ambizioni. La sfida di San Siro può essere benzina emotiva".
Dzeko ieri ha giocato, a detta di molti, un'ottima partita, sbagliando però qualche occasione sotto porta. Che ne pensi delle critiche ricevute?
"E' uno degli attaccanti migliori del nostro campionato per come fa giocare la squadra. Quante possibilità ha in più l'Inter con lui? I numeri che analizziamo da Math&Sport dicono che a volte arriva a 20 metri dal portiere a prendersi la palla. Per far capire il lavoro sporco che fa per far sì che le sponde che fa possano lanciare gli esterni, i centrocampisti dietro di lui. Chiaro l'attaccante vive per il gol, i gol vanno fatti. Sull'assist di Dumfries ieri poteva fare meglio. Ma le critiche che sento per uno che avuto un impatto come il suo le trovo eccessive".
Manca solo qualche gol, insomma.
"Se avesse fatto 3-4 gol in più in stagione, oggi nessuno avrebbe nulla da poter dire su di lui".
Handanovic, un altro spesso criticato, ieri protagonista, sia con i piedi che con le mani.
"Ogni anno viene messo in discussione, ma poi sono sempre di più i punti che ti porta che di quelli che ti fa perdere. Lui ieri ha sottolineato questa frase, sul fatto che i portieri devono prima parare. Può sembrare un'ovvietà, però per me è significativa: tanti parlano della costruzione dal basso, per far uscire gli avversari e sciogliere il pressing, eccetera, eccetera. Tutto giusto, poi però il portiere deve fare grandi parate. Lui ieri ne ha fatte due straordinarie, quella su Muriel è super. Ha dimostrato di essere portiere che vale l'Inter. In una squadra così poi sei in discussione tutti i giorni: basta che fai errore e se un bollito. Ho grande stima per lui e vedo che è un punto di riferimento per i compagni, soprattutto per i più giovani".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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