Darmian è l'uomo della provvidenza: Hellas ko 1-0, ma l'Inter ringrazia Abisso
È ancora una volta Matteo Darmian a consegnare l'Inter una vittoria di importanza capitale, che avvicina ulteriormente lo Scudetto. I nerazzurri devono però ringraziare Abisso, che nel finale ha annullato un gol regolare ai veneti. Al traguardo finale mancano ora appena cinque punti, ma ne potrebbero bastare anche meno nel caso in cui le dirette concorrenti dovessero rallentare.
Le scelte. Conte non propone variazioni sul tema: spazio all'undici migliore possibile, con Eriksen e Barella a fare da scudieri a Brozovic, Lautaro in tandem con Lukaku e davanti ad Handanovic i soliti tre. Nel Verona ci sono tre ex in campo: oltre a Dimarco, il cui riscatto resta pendente, Juric dà fiducia a Bessa (preferito a Zaccagni) e Faraoni, entrambi con un trascorso nella cantera nerazzurra.
Inter sotto ritmo. Nel primo tempo la squadra di Conte offre una versione annacquata di sé stessa: poche accelerazioni, tanto possesso palla e occasioni da gol ridotte all'osso. La prima capita sui piedi di Lautaro, che solo davanti a Silvestri cerca un improbabile pallonetto, calciando alto e franando addosso fallosamente a Silvestri. Per il resto della frazione l'Inter non combina molto, escluse un paio di fiammate di Hakimi, e anzi rischia di incassare lo zero a uno sull'asse Bessa-Dimarco, due dei tre ex: il primo calcia addosso ad Handanovic, il secondo chiude troppo il mancino sulla ribattuta. Lukaku e compagni provano a forzare la solida serratura scaligera, che però non mostra vulnerabilità: all'intervallo, dunque, è zero a zero.
Silvestri salva su Lautaro. In avvio di ripresa Juric opera un restyling della sua difesa: escono Ceccherini e Magnani (quest'ultimo in grande spolvero su Lukaku), entrano Dawidowicz e Gunter. Faraoni procura un brivido con una bella torsione su corner, l'Inter non gira e si abbassa. In questo scenario, però, per poco non si concretizza il vantaggio: assolo di Lautaro, che porta a spasso mezza difesa e conclude con il destro nel cuore dell'area scaligera: Silvestri va giù in una frazione di secondo e blinda il bandone con i piedi.
Darmian entra e la sblocca. L'antidoto di Conte ad un canovaccio che si fa sempre più intricato porta i nomi di Sensi e Sanchez, il cui ingresso avviene a cavallo tra il 66' e il 72'. Frattanto, l'Inter accarezza ancora l'uno a zero con un destro a giro clinico di Hakimi, che direttamente da calcio di punizione trova il palo esterno. È però il prodromo del vantaggio, che arriva pochi minuti più tardi: Sanchez orchestra una transizione appoggiando per Hakimi, che imbuca subito per la volata sulla sinistra di Darmian, subentrato a Perisic nel medesimo slot di Sensi. L'ex United approfitta della voragine non presidiata dai difendenti gialloblù e batte Silvestri con un piattone morbidissimo, che profuma di Scudetto. A vantaggio acquisito l'Inter si copre: Conte irrobustisce la sua creatura con gli ingressi di D'Ambrosio e Gagliardini. Handanovic rischia di compromettere tutto con una frittata in piena regola su Faraoni, che deposita da venti centimetri con la spalla. Abisso ravvisa un fallo del cinque che non c'è e non convalida il gol, l'Inter ringrazia e conduce in porto una vittoria sofferta, sporca, ma pesante come un macigno.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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