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Sconcerti: "Con un centinaio di giocatori all'estero avremmo un capitale"

PODCAST - Sconcerti: "Con un centinaio di giocatori all'estero avremmo un capitale"TUTTOmercatoWEB.com
mercoledì 30 marzo 2022, 18:41Podcast
di Alessio Del Lungo

Il direttore Mario Sconcerti a Maracanà, nel pomeriggio di TMW Radio, ha detto la sua sul movimento calcistico nel nostro Paese.

Qual è la ricetta per migliorare il calcio italiano?
"Credo che la vera risposta sia un gioco ad incastro. Non c'è solo una risposta da dare ma varie. E forse non riguarda solo il mondo del calcio ma riguarda il modo di essere giovani oggi. Sono cambiati i modi di cominciare a giocare a calcio. Una volta si scendeva in strada e si giocava, oggi questa cosa non c'è più. Manca la facilità, la normalità del giocare a pallone. E questo ci ha tolto la differenza che avevamo con gli altri. Noi siamo una scuola chiusa poi, i nostri giocatori se vanno all'estero di arrabbiamo. Se avessimo un centinaio di giocatori che giocano tra Premier, Bundesliga e Liga, avremmo un capitale. Qui non abbiamo un campionato allenante. Adesso Paesi come il Portogallo, che una volta erano sotto di noi, sono al nostro livello se non sopra".

Qual è il progetto più virtuoso in Serie A?
"Ce ne sono molti, basti pensare all'Empoli, che è una città che da trent'anni è in Serie A, molto più del Sassuolo e con mezzi infinitamente minori. Poi l'Atalanta. Ma sono società che non vincono".

Pensare solo al risultato limita la crescita?
"Il risultato è quello che fa la differenza, è quello che ti dice come hai giocato alla fine. Sono quello che ti raccontano tutto i risultati. Credo che si sia persa personalità. Avevamo un calcio molto preciso, sospeso tra il Sudamerica e il Nord Europa. Ognuno ha la propria caratteristica. Il nostro è un calcio costruito su di noi. Nel momento in cui abbiamo voluto cominciare a giocare in modo diverso, quelli che hanno inventato quel gioco lo fanno meglio di noi. Da maestri, ora siamo diventati allievi e va rifondato tutto".