Severgnini sul CorSera: "Inzaghi è un pessimo attore, per questo ci piace"
Dalle colonne del Corriere della Sera, Beppe Severgnini snocciola tre ragioni per le quali il lavoro condotto in questi mesi da Simone Inzaghi merita rispetto. La prima è di ordine psicologico: se Antonio Conte era "un’esibizione talmente efficace da mettere in difficoltà chi arriva subito dopo", il tecnico piacentino ha saputo convincere i giocatori "che erano professionisti adulti" ed è stato coerente. Chi lo chiamava "inzaghino", a conti fatti, ha dovuto rimangiarsi il diminutivo.
Il secondo motivo ha invece connotati tecnici: "Non occorre aver studiato a Coverciano per capire che l’Inter di Conte si appoggiava sul pivot Lukaku. Partito lui — ah, Romelu, chi te l’ha fatto fare! — bisognava inventarsi altro. E Inzaghi se l’è inventato".
Severgnini propone poi una metafora teatrale: "Antonio Conte è un attore teatrale: drammatico, appassionato, sa pretendere un acquisto costoso come se recitasse Eschilo. Roberto Mancini è un attore cinematografico: gli basta muovere un sopracciglio per farsi capire, come un pistolero in un film western. José Mourinho è un attore totale". E Inzaghi? "Un pessimo attore, il peggiore sulla piazza. Ha la voce troppo alta, oppure la perde del tutto. Mostra quello che pensa con un candore commovente: gioia, delusione, preoccupazioni, irritazioni. Sembra incapace di mentire. Quando ripete — serio, senza ridere — che l’Inter in febbraio e marzo non ha registrato una flessione, vien voglia di abbracciarlo. Ecco perché ci piace, Simone Inzaghi. Finalmente uno che non recita. Sta lì, soffre e gioisce insieme a noi", la chiosa del giornalista.
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