Peruzzi durissimo con Lotito: "Si crede unto dal Signore ed è supponente"

Peruzzi durissimo con Lotito: "Si crede unto dal Signore ed è supponente"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
lunedì 20 dicembre 2021, 23:50News
di Alessio Del Lungo

Angelo Peruzzi, ex portiere ed ex club manager della Lazio, è intervenuto molto duramente ai microfoni di RadioSei nei confronti del presidente Claudio Lotito. Prima però ha iniziato parlando dell'attualità e dei giocatori che sono andati via anticipatamente dalla cena di Natale, come si evince dalle dichiarazioni riprese da LaLazioSiamoNoi.it: "Ho saputo, ma dicono che non era fatto di proposito. Mi sembra strano che i giocatori si alzino e vadano via, non è cortese. Con Peruzzi se ne sarebbero andati alle 9 invece che alle 11 (ride, ndr). Una cosa del genere mi avrebbe fatto arrabbiare parecchio. Penso che non sarebbe successa comunque".

È possibile un suo ritorno?
"Non ci sarà mai la possibilità di un ritorno, ma non da parte mia, piuttosto da parte del presidente Lotito: è l'ultima cosa che pensa. Lui ha diecimila pregi, però ha due difetti, ovvero è supponente e si crede unto dal Signore. Questi due difetti stravolgono tutti i pregi che ha, che sono mille, io non lo metto in dubbio. Rivelando io questi due difetti, pensi che lui si abbassi a chiamarmi, ma manco morto. Non ci pensa proprio. In una società in cui ho lavorato come dirigente per cinque anni, e penso che qualcosa abbia fatto, vado via e non hanno fatto nemmeno un comunicato per dire che si è levato dalle scatole questo rimbambito, arrivederci. Dicono qualsiasi cosa che riguarda i giocatori sui social e non potevano fare una comunicazione del genere? Se non l'hanno fatta, allora è stato giusto che andassi via. Sono un po' deluso, vuol dire che allora tutte le mie supposizioni di non contare più niente erano veritiere. Non lo so come si è venuta a creare questa situazione. Lotito ha quei due difetti e l'altro che comanda insieme a lui la stessa cosa. Perché le sanno solo loro le cose, gli altri sono tutti stupidi".

L'altro è Tare?
"Eh sì. Tu non conti niente, perché contano loro due. Là dentro non puoi lavorare come vorresti e quindi a un certo punto arrivederci e grazie. Io gli ho detto anche al presidente: se devo avere tre permessi per avere un secchio di vernice per la porta significa che non conto nulla, sono come l'usciere. Se chiedo un secchio di vernice, dopo tre minuti deve arrivare quello che vernicia le porte".

Crede ad una proposta di ritorno?
"Irrealizzabile. Io voglio un bene dell'anima alla Lazio, ai ragazzi e all'ambiente. Sono stato lì più di dieci anni, è stato un pezzo della mia vita. Ma tornerei alle condizioni che dico io, ossia quelle che avevo chiesto al mio arrivo cinque anni fa: nel mio campo dovevo muovermi senza che nessuno mi intralciasse il lavoro e invece non mi fanno contare niente. Ti dicono sì, tu puoi fare quello che vuoi, ma in definitiva non ti fanno contare nulla".