Marotta: "2027? A disposizione dell'Inter, ma avrò 70 anni e dovrò passare il testimone"

Marotta: "2027? A disposizione dell'Inter, ma avrò 70 anni e dovrò passare il testimone"
martedì 23 aprile 2024, 10:14News
di Daniele Najjar

L'a.d. nerazzurro Beppe Marotta, al termine del derby che ha decretato la vittoria dello Scudetto da parte della sua Inter, si è soffermato ai microfoni di Sport Mediaset per parlare di vari aspetti legati al futuro, suo e della squadra, con uno sguardo anche al passato ed al percorso fatto.

Quanto è stato bello il percorso dell'Inter quest'anno?

"E' stato molto emozionante e adrenalinico: anche stasera fino a cinque minuti dalla fine c’era sempre il rischio che il Milan pareggiasse e la festa venisse rinviata. Mi permetto le fare delle dediche, in primo luogo a Steven Zhang che non è qui, ma che abbiamo sentito a fine partita. Poi ai tifosi, quelli venuti qui a San Siro ed a chi festeggia a Milano e nelle varie città. Poi ci sono i meriti che vanno in primis al leader del gruppo Inzaghi, che ha plasmato questo gruppo, poi a tutti i componenti della società che hanno supportato l’attività”.

La programmazione ha portato questo risultato?

"Il nostro modello si è rivelato vincente. È composto da valori importanti come il senso d’appartenenza e la cultura del lavoro. Ho bravissimi collaboratori come Piero Ausilio e Dario Baccin coi quali abbiamo messo a disposizione del tecnico ottimi giocatori ai quali ha inculcato i dettami tecnico tattici e la motivazione giusti. Abbiamo creato un modello per un ciclo che non è ancora arrivato alla fine, siamo a metà della strada e c’è ancora molto da fare. Quest’anno il rammarico è l’uscita dalla Champions, dobbiamo migliorare lì. Il campionato lo abbiamo meritato grazie alla cultura del lavoro e al senso di appartenenza, oltre allo zoccolo duro degli italiani”.

Con queste emozioni sta ripensando al 2027, la sua "data di scadenza" nel calcio?

“Io sono a disposizione dell’Inter finché vorrà utilizzarmi. Ci saranno altri tre anni, poi nel 2027 avrò settant’anni e mi sembra giusto passare il testimone a qualcun altro. Ma io mi sento ancora giovane, adrenalinico, con voglia di sognare e di dare a tutti gli interisti qualcosa di importante”.

Come pensa di migliorare ancora la rosa?

"I miglioramenti ci sono sempre, anche nei giocatori che compongono già la rosa. Sono giovani che possono migliorare, che magari hanno trovato poco spazio nella rosa ma che in futuro potranno trovarne sempre più. Poi dall’altro lato c’è il lavoro dietro la scrivania, dove bisogna perseguire l’obiettivo della sostenibilità. Dobbiamo anche mixare gli aspetti sportivi ed economici, ma questo è un modello nuovo che tocca tutte le società in Italia. La nostra forza è quella di cambiare giocatori, come i 12 di quest’anno, trovando le giuste sostituzioni".

È il suo Scudetto più bello?

"Sicuramente quello non più sofferto, perché abbiamo fatto la lepre tanto tempo. Però coincideva con un traguardo meraviglioso che era la seconda stella, che per la storia dell’Inter rappresentava molto. C’erano tantissime pressioni che andavano gestite e lo abbiamo fatto. Devo dire che abbiamo trovato la risposta da parte dei giocatori che hanno trovato questa mentalità vincente, ora vogliamo goderci questo traguardo straordinario in questa serata”.

Ha sentito Zhang?

“Sì, è molto contento”.

È lei il segreto?

“No, assolutamente. Il calcio è caratterizzato da regole e logiche precise, basta rispettarle e i risultati arrivano”.