"Ingiocabili? Invecchiato male, ma aveva ragione": Garlando e le parole di Mkhitaryan

Il giornalista de La Gazzetta dello Sport, Luigi Garlando, dalle colonne del quotidiano oggi in edicola ha parlato della celebre frase "siamo ingiocabili" pronunciata dal centrocampista dell'Inter Henrikh Mkhitaryan.
Questa la sua analisi, riprendendo una intervista circolata ieri dell'armeno, dove aveva provato a spiegare quella che era stata vista come una autoproclamazione: "La mattina di Waterloo, Napoleone promise: «Stasera ceneremo a Bruxelles». Il Ceo di Blockbuster annunciò: «Nel radar, tra i miei competitor, non vedo Netflix». La storia è piena di sentenze invecchiate male" - scrive Garlando - ". Lo sport non fa eccezione. Johan Cruijff, prima di prenderne 4 da Capello nella finale di Coppa Campioni ‘94: «Siamo più forti ed esperti. Il Milan non è nulla di eccezionale». Non è invecchiato benissimo neppure il “siamo ingiocabili” di Henrikh Mkhitaryan".
Poi continua: "Dopo la traumatica batosta Champions, la frase è schizzata in ogni angolo dell’universo social, un meme planetario. Il centrocampista ci è tornato in questi giorni: «Non ho detto siamo ingiocabili sempre, ma che in certe partite lo siamo stati. Lo ridirei ancora». Ha ragione. Siamo con lui. Qui non c’entra la tracotanza di Cruijff, altro carattere, quello di Mkhitaryan era l’orgoglio per i picchi di gioco raggiunti dall’Inter dopo quattro anni di lavoro, era la sensazione nitida di superiorità che avevamo tutti, nella stagione scorsa, ma anche in questa in cui ha avuto a lungo lo scudetto in pugno. L’armeno è stato l’unico a riconoscerlo pubblicamente, con coraggio. Una colpa da rinfacciargli? Meglio parole di plastica? Tipo: «Rispettiamo tutti, non temiamo nessuno». Poi, magari, quell’”ingiocabili” si è trasformato in eccesso di sicurezza e la stagione si è guastata. Ma questo è un altro discorso. La verità è che a invecchiare faticano tutti, anche le parole. Quando invece Mkhitaryan smentisce categoricamente la somiglianza con Pippo Franco, beh, ricorda molto Johnny Stecchino con il suo sosia: «Non mi somiglia per niente»".
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