Capello: "Italia, non mi è piaciuta la vicenda Acerbi e non ho capito Calafiori. Questione di responsabilità"

Intervenuto sulle colonne dell'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, Fabio Capello ha detto la sua sulla partita disastrosa dell'Italia contro la Norvegia, dove in campo per gli azzurri c'erano tre giocatori che avevano appena disputato una finale di Champions League. Le sue parole: "Io sono solito ripetere che dalla Serie C alla B ci sono due gradini, dalla B alla A quattro e dalla A alla Nazionale addirittura sei. La maglia azzurra è diversa da quella di un club. Dà una certa responsabilità, perché rappresenti un intero Paese.
E invece io ho visto una squadra senza senso di appartenenza, senza amor proprio. Non so se i nostri giocatori sentano o meno l’orgoglio nazionale, ma di sicuro non riescono a metterlo bene in campo. E poi mi faccia aggiungere che non ho gradito certe defezioni e rifiuti.
Non mi è piaciuta la vicenda Acerbi, per esempio. Ok, Spalletti ha sicuramente sbagliato a dire quelle cose in pubblico, ma un giocatore non può rifiutare la Nazionale. Il difensore dell’Inter doveva andare per dimostrare al c.t. che aveva davvero bisogno di un 'vecchietto', come l’aveva imprudentemente definito il tecnico. Invece ha detto no ed è un brutto segnale, significa che il concetto di appartenenza al gruppo non è molto forte. Così come non ho capito Calafiori…Voleva recuperare dall'infortunio? In azzurro giochi anche non al top, è questione di responsabilità".
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