Un pezzo senza senso (forse) su Handanovic. E buon anno
Questo banale pezzo di fine anno è inspiegabilmente dedicato a Samir Handanovic, portiere - ormai non più titolare - dell’Inter.
E giustamente voi direte “ma perché, di grazia?”.
Al termine dell’anno solare, in genere, si provvede a compilare il classico pagellone, ma francamente non è che ci sia granché da pagellare e, allora, concedete al qui presente di spendere due parole sull’ex numero 1 interista.
Samir Handanovic è all’Inter da una vita e in tutto questo tempo avrà sorriso forse tre volte. Magari quattro. Non è uno di quelli che lecca il culo, che a un bel punto guarda il pubblico e “vi amooo!”, non è moderno né tantomeno alla moda. È solo un portiere, uno di quelli che alla fine della carriera potrà certamente guardarsi allo specchio e dire “ho fatto il mio dovere”. Anzi, di più.
Samir Handanovic è un professionista con i controcazzi e non c’è un vero motivo per scrivere queste cose se non voler rendere merito a un uomo che quest’anno ha fisiologicamente perso il suo posto da titolare, si è preso una marea di pernacchie (a volte a ragione, in altri casi no), non ha detto “beh” e ha fatto quello che - nel bene e nel male - deve fare un vero capitano: il bene della squadra.
Samir Handanovic è stato trattato bene e male, a volte celebrato oltre i suoi meriti, spesso massacrato oltre i suoi demeriti. Ha inghiottito bocconi amari, ha commesso errori, è diventato capro espiatorio perfetto per spiegare i momenti di bassa di una squadra che negli ultimi anni ha vissuto parecchi momenti difficili, ma ha anche toccato picchi di gioia intensissimi. E il merito, piaccia o non piaccia, è stato anche suo.
E chiudiamo.
Samir Handanovic sta terminando la sua eccellente carriera e proprio ora che ha perso riflessi e riflettori merita un grazie grosso almeno quanto gli insulti che ha dovuto incassare, ché se in quella maledetta sera di Bologna fosse stato al suo posto, forse, oggi parleremmo di una delle annate più gloriose della storia dell’Fc Internazionale.
E buon anno a tutti, ovvio.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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