Lukaku. E Dybala. E Bremer. E Scamacca

Lukaku. E Dybala. E Bremer. E ScamaccaTUTTOmercatoWEB.com
sabato 9 aprile 2022, 12:48Editoriale
di Fabrizio Biasin

Di Lukaku e Dybala e Bremer e Scamacca non ce ne frega una fava. Capiamoci, non si tratta di un’offesa personale e, anzi, se mai capiterà di poter pensare a un loro ritorno/arrivo in nerazzurro tratteremo la faccenda con il doveroso entusiasmo. Il “non ce ne frega una fava” è legato soltanto al fatto che oggi si gioca Inter-Verona e tutto il resto dovrebbe (deve!) finire in secondo piano, ché il tentativo di acchiappare la seconda stella non ammette distrazioni. Epperò ben sappiamo come funziona l’ambaradan nell’Anno Domini 2022: può andare in scena anche la partita più importante del lustro, ma la gente continuerà a pensare al mercato, al “chi arriva?”, e al “chi vendiamo?”, fino a “quanti ne compriamo?”.
E allora, sì, ci pieghiamo vergognosamente al sistema e vi diciamo quel che sappiamo. 

Partiamo da Lukaku, ex condottiero fuggito sul più bello. L’ex condottiero fuggito sul più bello vuol tornare a Milano, è così, l’ha già detto più o meno chiaramente sotto Natale. Di recente, invece, si è esposto addirittura in prima persona parlando con i capoccioni della dirigenza nerazzurra. Si taglierebbe sensibilmente lo stipendio, pur di fare retromarcia sarebbe disposto a coprire la tratta Londra-Milano in ginocchio sui ceci e, insomma, il ragazzo si è realmente pentito della scelta fatta l’estate passata. 

I problemi, però, sono tanti. 1) Il suo procuratore spinge per altri lidi, club in grado di pagare - quantomeno sul lungo termine - un cartellino dal valore assai corposo. Cosa che l’Inter non intende fare. 2) Attualmente il Chelsea è “bloccato”, non ha padrone, non può operare. Il futuro proprietario, quando arriverà, difficilmente deciderà di concedere al figliol prodigo il nulla osta per tornare laddove vorrebbe andare, magari persino in graditissimo prestito. E questo a meno che il nuovo benefattore dei campioni d’Europa non abbia le fattezze di Balanzone o di Paolino Paperino (“prego, prendetevelo pure, fa niente se l’anno passato è costato 113 milioni, per voi questo ed altro”). Ma quando mai. 3) Se anche tutti i tasselli magicamente si incastrassero, non è detto che la dirigenza dell’Inter vedrebbe così di buon occhio l’affare. Il senso è: “Siamo sicuri che andare ad intaccare un capolavoro di mercato sarebbe la soluzione migliore? Forse meglio puntare su un profilo più giovane e spendibile nel futuro”. Scamacca, per dire (a patto che Carnevali la pianti di dire cose come “Scamacca? L’Inter ha manifestato interesse, ma attenzione all’estero. Ci sono tante offerte, pure dalla Premier. Ma forse avrebbe bisogno di stare un altro anno da noi". Gli manca solo “non escludo che possa aprire un chiringuito a Formentera” e le ha dette tutte). 

Morale, per Lukaku è giusto tenere una porticina aperta legata al suo desiderio micidiale di tornare a mangiare la cotoletta e all’incertezza sul futuro del Chelsea, ma resta pur sempre una porticina. 

E ora Dybala. Ok, a Marotta piace molto, del resto, si sa, è un po’ il suo pigmalione sportivo. Lo porterebbe volentieri a Milano e, infatti, l’ad nerazzurro parla assai con l’entourage del novello munaciello (con quel taglio di capelli lì…). Il problema sono le condizioni e, quelle, non convincono troppo don Beppe. Intendiamoci, non si tratta solo dell’ingaggio della Joya (per quello un accordo si può trovare), ma di sacrifici che la dirigenza sarebbe chiamata a fare in nome della cosiddetta “sostenibilità”. Al momento “Dybala all’Inter” significa dover rinunciare a uno degli attuali titolari e - in parole povere - questa cosa Marotta non intende farla. In ogni caso l’ad non demorde e cerca un incastro di qualche genere. E continua a parlare con l’agente dybalesco. E, insomma, qui la porticina non è un portone ma non è neppure così “ina”…

E infine Bremer. Questa è facile: il brasiliano si è promesso all’Inter, l’Inter lo vuole assai. Tutto fatto? Giammai, bisogna accontentare Cairo, cosa affatto semplice, in più bisogna scongiurare possibili “attacchi” provenienti dall’estero ma, ripetiamo, Bremer strizza l’occhio ai nerazzurri e, questo, è decisamente un buon punto di partenza. 

Fine. Cancellate dalla vostra mente tutto quello che avete letto. Non è importante. C’è Inter-Verona. Va in scena a San Siro davanti a 60 mila spettatori. E conta solo quello. Decisamente.