Compra e vendi, che passione
C'è poco da fare, nonostante tutto - nonostante nulla mi verrebbe da dire il ventotto maggio, ventinove per chi legge - un grande dilanio attanaglia parte della tifoseria nerazzurra. Pare, si narra, si dice che mio cugggino (con tre g) - sempre lui, maledetto - abbia raccontato che il suo macellaio, amico del panettiere cognato dell'idraulico nipote del salumiere che conosce il portinaio del palazzo retrostante l'abitazione del parrucchiere che porta il suo 730 dal commercialista zio dell'avvocato che vive al terzo piano di uno stabile adiacente quello dei genitori del portaborse del procuratore amico di un altro procuratore che conosce un terzo procuratore che beve il caffè nello stesso bar di uno importante, avrebbe spifferato della partenza di tizio. 'Azz, direte, notiziona.
Il mercato è fantastico, il mercato è quella cosa per cui qualcuno ha notizie, le centellina come è giusto sia visto il periodo, non spara bombe che si trasformano in mortaretti il mattino dopo, informa e si informa senza seminare panico ora in questa ora in quella tifoseria. Capisco, è finito il campionato. Senza niente di tecnico da scrivere, analisi delle partite, pagelle, interviste che tra poco tutti vanno in vacanza, diventa complicato essere sempre sul pezzo. Così, come ormai accade da qualche anno l'Inter si trasforma, improvvisamente, in quella Società obbligata a cedere altrimenti si fallisce, libri in tribunale, fair play finanziario, l'onda anomala e la bora che spira a oltre centoquaranta chilometri l'ora su Appiano. Tutto insieme, beninteso. Poi, alla fine della fiera, non è esattamente così: ogni anno la musica è la stessa e, soprattutto, parte dei tifosi nerazzurri si fustiga ancor prima che pure indiscrezioni si trasformino in realtà consolidate.
Restando in ambiti di realtà, realtà significa Perisic che forse, facciamo probabilmente, se ne va. In Inghilterra. A guadagnare di più, ultimo contratto di una ottima carriera. Accade che un allenatore, lo stesso allenatore lo cacciò letteralmente da Milano due anni fa perchè non congruo al suo sistema di gioco e, l'anno dello scudetto, lo impiegò con una media di circa 50 (cinquanta) minuti a partita, un tempo dai, improvvisamente si innamori dell'esterno croato. L'Inter offre del denaro, neanche poco, a mio modesto avviso cinque milioni netti a stagione più bonus per un biennio sono tanta roba, tantissima per un trentaquattrenne forte quanto volete ma pur sempre trentaquattrenne. Però, se altri alzano l'ingaggio e allungano la durata del contratto beh, non ti resta che salutare, ringraziando Ivan per l'impegno sempre profuso indossando i colori del cielo e della notte. Dopodiché Marotta e compagnia, a gennaio, hanno acquistato l'esterno sinistro della nazionale tedesca, tale Robin Gosens, mica uno qualunque. E, mi raccontano, in primavera esiste un ragazzotto di bellissime speranze, Franco Ezequiel Carboni, di gran corsa e piede educato, diciannove anni, già convocato insieme al fratello Valentin, diciassette anni, faccia da bambino, tecnica di prima classe, nella nazionale maggiore albiceleste. Certo, giusto per dare un'occhiata. Intanto, però, la chiamata di Scaloni è arrivata. Per chiudere vorrei rivolgere, davvero, una preghiera ai tifosi interisti: leggete, informatevi, confrontate, discutete. Ma con calma e tranquillità. Ogni giorno, del resto, il mercato si evolve, cambia, si trasforma. Il totale lo avremo il primo settembre. Io continuo, imperterrito, a fidarmi di Beppe.
Alla prossima.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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