All’Inter resta molto

All’Inter resta moltoTUTTOmercatoWEB.com
giovedì 10 marzo 2022, 13:47Editoriale
di Lapo De Carlo

La reputazione è importante in qualunque ambito. L’Inter esce dalla Champions con un carico di amarezza, orgoglio e rimpianti. Prima della partita di Anfield il dibattito era su come avrebbe dovuto giocare una partita ancora senza Barella, contro un Liverpool che in casa non perdeva da un anno e all’andata aveva vinto 2-0 a San Siro. Crederci è sempre un obbligo se sei un giocatore dell’Inter, campione d’Italia e in lotta per vincere di nuovo lo scudetto e così è stato.
Inzaghi ha preparato una gara eccellente dal punto di vista tattico ed è stato entusiasmante veder uscire Brozovic e compagni con la palla al piede dal pressing avversario, invece di ricorrere al lancio lungo che nella maggior parte dei casi riafferma il dominio della squadra di casa tecnicamente e fisicamente.
L’Inter ha giocato contro una delle sei squadre più forti del mondo e le ha tenuto testa sia all’andata che al ritorno, mostrando una qualità negli undici titolari che aumenta la rabbia per non avere al contrario una rosa all’altezza.


Il Liverpool ha preso tre pali è stato sottolineato con un piglio che intendeva svilire la grande prestazione e minimizzare, come accade al popolo del web che passa le giornate sulle bacheche degli altri a “trollare” per professione.  Quando all’andata l’Inter aveva avuto tre occasioni da gol importanti e colpito una traversa con Calhanoglu il mantra era stato che “con i se e con i ma” non ci si faceva niente ed era inutile recriminare, tanto per capire come funziona la logica di chi soppesa i fatti a seconda del proprio gradimento.
Ci sono tante verità in queste due partite ma quella che sposo di più riguarda una smodata pretesa di ciò che dovrebbe essere l’Inter per soddisfare le ambizioni dei tifosi.


Se pensiamo a questa Champions il destino sarebbe stato probabilmente diverso se l’Uefa non fosse stata tanto grottescamente disorganizzata in occasione del sorteggio, riuscendo a cambiare il destino della Champions per un errore ancora oggi inspiegabile.
Con l’Ajax l’Inter se la sarebbe giocata con molte più possibilità di passare il turno, con il Liverpool il pronostico era più chiuso. Invece l’andamento delle due gare ha dimostrato che se ci fosse una rosa con un paio di scelte più convincenti sarebbe possibile giocarsela su tutti i fronti.
Ad Inzaghi viene imputato e forse giustamente di aver scelto una strategia sbagliata nel secondo tempo.
L’infortunio di Brozovic ha impedito a Gosens di entrare ma la sostituzione di Lautaro, per inserire Correa come unico riferimento in attacco è stata una straordinaria sopravvalutazione di un giocatore che per dare segni di esistenza ha bisogno di almeno un altro compagno di reparto. Mettere Dzeko avrebbe avuto più senso, anche considerata l’esperienza internazionale, oltre che per una maggiore fisicità.
Sanchez ha giocato una partita fantastica per generosità e intensità, poi l’espulsione lo ha reso il colpevole della serata.
Tatticamente anarchico di natura, ad Anfield il cileno ha aiutato in difesa, rubato i palloni, dato profondità, facendo un pressing martellante e questo lo ha indotto a rischiare l’intervento falloso.
Ha sbagliato indiscutibilmente ma è altrettanto vero che il metro di misura arbitrale con l’Inter è impietoso, come dimostrano le numerosissime espulsioni dell’Inter in Europa.
La tentazione di sottovalutare il Torino non dovrebbe essere nemmeno presa in considerazione ma quello che è accaduto con il Sassuolo e poi il Genoa resta un promemoria sull’errore mentale che da ora in avanti non sarà più concesso.
Per vincere qualcosa di importante quest’anno ci sarà bisogno della stessa Inter vista martedì sera.
Amala