I giovani, il ritmo e il pressing asfissiante: così il PSG ha affossato l'Inter sin dal calcio d'inizio

Alzi la mano chi si sarebbe aspettato il trionfo in Champions League del PSG dopo l'addio di Kylian Mbappé. Forse solo Luis Enrique, che con quel "Senza di lui, saremo più forti" si era attirato le critiche dei tifosi e della stampa. La rivoluzione dei francesi è partita dal mantra che ha spesso costruito grandi squadre: fuori le stelle, spazio al gruppo. Le disponibilità economiche della proprietà, che ha consentito tra gli altri gli investimenti da 45mln su Barcola e Doué e quello su Pacho (50mln), oltre alla maxi-operazione Joao Neves (70mln), hanno fatto il resto.
Poi c'è stato tanto lavoro di Luis Enrique, che ha plasmato un gruppo di formidabili Under-25 e ha dato le chiavi a Ousmane Dembelé, mai così decisivo, valorizzando anche giovani del vivaio come Mayulu e Zaire-Emery. Un capolavoro che ha messo subito l'Inter con le spalle al muro, sin dal calcio d'inizio: quel rinvio in rimessa laterale non è stato un errore, era voluto per andare subito in pressing sia su Sommer che sui difensori. Per novantatrè minuti i nerazzurri non hanno avuto respiro, per mezz'ora non hanno potuto costruire dal portiere e da lì solo andati in tilt. Idee giovani, pressing asfissianti e gioco spumeggiante. Così il PSG ha annichilito l'Inter.
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