Lukaku racconta: "Premier? Non ero più felice, quello è un mio errore. Poi l'Italia, la mia famiglia sta bene qui"
Fuori su Prime Video il primo episodio di 'One for All', documentario composto da tre giocatori chiave della Nazionale del Belgio. Ad aprire le danze Romelu Lukaku, centravanti in prestito all'Inter che si è raccontato così: "Sono felice e sto bene con me stesso e questa è una cosa importante. Accetto chi sono e non mi importa di quello che gli altri pensano di me. Quando ripenso da dove sono venuto e come ero non potrei essere più felice. Mi rendo conto che ci sono altre cose nella vita e lo accetto. Se ho commesso un errore? Quello è un mio errore. Non di qualcun altro e non metterò la mia vita in altre mani. Prendo io le mie decisioni". Poi Big Rom ha riavvolto il nastro della sua vita agli inizi, o meglio fino all'esperienza nell'Anderlecht: "Ho iniziato quando avevo 16 anni e ora ne ho 30: quanti gol ho segnato. Si, davvero tanti gol. Anche mio padre è stato un giocatore professionista ma io ho vissuto un po’ da emarginato e quella stessa rabbia, dal profondo, mi ha aiutato sul campo. E quegli obiettivi sono cresciuti, moltiplicandosi. Quello che contava, già a 16 anni all’Anderlecht, erano i miei gol".
Infine l'accenno a quei 121 gol siglati in Premier League con diverse maglie di club indosso, col paradossale 'disprezzo' ricevuto in terra inglese: "Non ero più felice in Inghilterra. Volevo qualcosa di nuovo, qualcosa mi mancava e perciò sono andato via. La mia mente era altrove. Sentivo di non riuscire ad evolvere me stesso. Avevo dato. Per questo ho lasciato la Premier League e l’Inghilterra: perché non ero più felice. Poi ho pensato: e ora dove vado? In Italia! La mia famiglia sta bene qui".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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