Bellinazzo: "Zhang-Inter, tutte le verità. Per Oaktree potrebbe aprirsi un grande affare"

Bellinazzo: "Zhang-Inter, tutte le verità. Per Oaktree potrebbe aprirsi un grande affare"TUTTOmercatoWEB.com
lunedì 26 settembre 2022, 11:52Primo piano
di Mattia Albertella

Marco Bellinazzo, noto giornalista de IlSole24Ore ed esperto di calcio e finanza, è intervenuto a Radio Nerazzurra, nel corso di Cominciamo Bene, programma condotto da Lapo De Carlo e Gabriele Borzillo, e ha parlato dell’intricata situazione legata a Zhang e alla vendita del club.

Le banche cinesi sarebbero a Milano a pretendere lo stipendio di Zhang per ricominciare a riprendere i propri soldi. Cosa sta succedendo?

“Si sta cercando di aggredirlo, come se il suo stipendio potesse colmare il debito di 30/50 milioni di dollari. È un atto funzionale a creare un problema d’immagine a Zhang all’interno di partite più complesse che si stanno giocando in Cina. Il problema è che l’Inter sta finendo dentro questi ingranaggi ma non è più accettabile che questo avvenga”.

La proprietà vive un’enorme difficoltà. Sono arrivate delle offerte che non soddisfano Zhang, che vorrebbe 1,2 miliardi. Ma, alla fine, Zhang dovrà accettare un’offerta inferiore?

“Suning ha avuto molte difficoltà all’interno di un crollo dell’economia cinese. Ricordiamo che comunque fattura ancora decine di miliardi ed è un colosso. Quindi, non avrebbe problemi a continuare a sostenere l’Inter. Il problema è che la politica cinese impedisce questo tipo di investimenti, con il divieto di investire in club di calcio all’estero.  La famiglia Zhang che ha il proprietà del club, deve attenersi a queste direttive e ora vorrebbe rientrare e avere un guadagno. Quel 1,2 miliardo è la quota minima per non usciere con le ossa rotte. Però la sua situazione è chiara sul mercato, gli offerenti sanno tutto e, di conseguenza, offrono ad un prezzo più basso. Dove si incontreranno domanda e offerta?”.

Può entrare un socio se l’Inter ha dato alcune opzioni a Oaktree?

“Non c’è problema. Oaktree è un creditore, non diretto dell’Inter peraltro. La famiglia Zhang sta esplorando il mercato, Steven è molto legato all’Inter, lui vorrebbe continuare a guidarlo. Trovare un partner di minoranza sarebbe l’ideale. Ma chi mette i soldi per far comandare gli altri?”.

Ma se dovesse esserci la svolta positiva dello stadio è possibile che i creditori possano mettere le mani anche su ricavi futuri portati dall’impianto?

“Qui parliamo di creditori di Zhang e non dell’Inter. Il tema politico che si pone sulla questione dello stipendio è di fare pressione su un’attività esposta di Zhang laddove le problematiche sono in Cina all’interno della galassia Suning. Terrei distinte le questioni. Certo, lo stadio darebbe una prospettiva maggiore al club e potrebbe semplificare la vendita”.

Se l’Inter dovesse essere ceduta finirebbe nelle mani di un fondo o di un industriale?

“Se guardiamo il mercato finanziario dello sport, le operazioni vengono fatte da fondi con imprenditori dello sport-business americano, in tutta Europa e in diversi campionati, in Italia sono 9 i club coinvolti. I cinesi si stanno ritirando, i russi stanno vendendo. Cosa rimane? L’altro bacino è l’area medio-orientale, con fondi governativi, dove però i principali hanno già delle squadre”.

In Cina il 16 Ottobre ci sarà il congresso del partito comunista. Se verrà confermato Xi Jinping in Cina non potrà più investire furo dal paese. Al contrario c’è una possibilità di apertura per chi ha interessi all’estero come Suning?

“Dipende dalle scelte del Partito Comunista Cinese. Il calcio è stato un elemento di espansione importante cinese, con l’Inter fiore all’occhiello. Poi hanno capito che questi investimenti, uniti all’importazione di calciatori in Cina con stipendi altissimi, si creava solo una bolla, e hanno riconvertito questi investimenti sul calcio nazionale con l’obiettivo di ospitare un mondiale e vincerlo entro il 2050”.

E se gli investimenti fossero ancora bloccati dalla Cina, la famiglia Zhang cosa farà? Continuerà per un anno a rinviare la cessione del club?

“Continuerà ad andare avanti fino a quando non si rinegoziano bond come Oaktree. A quel punto ci sarà una scelta: o si prolungherà il debito o Oaktree diventa proprietà. Dunque, altro bivio: o fare come Elliot, gestire il club e poi venderlo, oppure metterlo subito sul mercato. Così facendo farebbe un ottimo affare: entrare in possesso dell’Inter per 275 milioni e rivenderlo con un’ottima plusvalenza”.

L’importo di 1,2 miliardi comprende il debito?

“Il problema è quello. Quando si fanno queste valutazioni c’è dentro l’indebitamento finanziario, che è importante per l’Inter, supera il mezzo miliardo. Suning ci ha già messo 600 milioni, in vario modo (acquisto, immissione capitale, ecc…). 1,2 miliardi diventa la cifra per giustificare l’operazione. Ma l’immagine di Suning si sta deteriorando: a lungo termine il patrimonio tecnico ed emotivo del club rischia di sfilacciarsi sempre di più. Una scelta è sempre più necessaria”.