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Collovati: "Inter niente allarmismi, bisogna ritrovare giocatori chiave"

PODCAST - Collovati: "Inter niente allarmismi, bisogna ritrovare giocatori chiave"
martedì 1 marzo 2022, 14:13Podcast
di Andrea Zoccolan

All’interno de L’Interista nella programmazione di Radio Nerazzurra, Fulvio Collovati, doppio ex di Milan ed Inter, ha parlato del derby di questa sera e non solo. Squadra di Inzaghi che arriva in un momento complicato del suo cammino: “L’Inter non ha avuto grandi problemi di gioco, contro il Genoa ha creato moltissimo. Gli errori più grandi sono da considerarsi l’approccio di Sassuolo e gli ultimi minuti del derby. Chiaro che adesso entra in gioco l’aspetto mentale, fino a un mese fa non c’erano dubbi su chi fosse la squadra vincente per lo scudetto. Per me è ancora l’Inter, ma deve ritrovare quei giocatori che in questo momento stanno rifiatando, uno su tutti Barella”. C’è un problema di calo fisico? “Sicuramente per un tipo di squadra che gioca così se non si è al 100% si fatica. Ma non farei degli allarmismi, chiaro che col Genoa ci si aspetta la vittoria, ma se crei non c’è da preoccuparsi troppo, manca il gol perché Lautaro è fuori forma, ma non drammatizzerei”.

DERBY “A livello mentale l’Inter non deve perdere anche per il campionato”. Sulle seconde linee: “Gagliardini e Vecino erano sul mercato, Vidal non è più il giocatore della Juventus, ci sono nomi importanti ma poco altro. Manca anche una punta vera e propria nella rosa dell’Inter”. Dzeko-Lautaro coppia male assortita? “Dzeko rispetto a Lukaku indietreggia, il belga era vicino all’argentino, ora i due sono più distanti e il Toro è diventato la punta principale, in questo deve adattarsi”. Sul futuro di de Vrij: “L’anno scorso lo consideravo uno dei migliori difensori, oggi non è così. L’Inter deve pensare a sostituirlo perché quest’anno ha già commesso troppi errori”.

SAN SIRO Sulla questione Meazza e nuovo stadio: “Se vai a Madrid ci sono due o tre stadi, a Londra non ne parliamo. Non capisco perché Milano non possa mantenere più stadi, una città che si professa europea non possa adeguarsi agli standard delle altri grandi metropoli”.