Stramaccioni salva due ragazze da un annegamento: "Non chiamatemi eroe, me la sono vista brutta anche io"

Storia incredibile quella che ha visto per protagonista Andrea Stramaccioni. L'ex allenatore, oggi opinionista, è stato pritagonista di un salvataggio di due ragazze da possibile annegamento di Puglia, nella Baia di Sfinale tra Peschici e Vieste: "Ero sotto l’ombrellone insieme a mia moglie e ai miei figli. A un certo punto, in lontananza, le persone hanno iniziato ad accalcarsi lungo la riva. Uno dei bagnini era dentro l’acqua, e fischiava per attirare l’attenzione - le sue parole alla Gazzetta dello Sport -. C’erano due ragazze che sbracciavano e urlavano, così mi sono diretto verso l’acqua in fretta e furia. Ho percepito subito il pericolo. Il bagnino, Antonio, non ce l’avrebbe mai fatta da solo".
"Non sono un eroe o un fenomeno, anzi, a un certo punto me la sono vista brutta anche io, ma da persona con caratteristiche fisiche e mentali adatte per una situazione simile mi sono sentito di intervenire. Negli ultimi giorni c’è sempre stato mare mosso. La spiaggia termina con due punte di scogli dove si concentrano le onde maggiori. Quando si infrangono in quella zona sono più violente. Le ragazze erano più o meno lì. Il bagnino è entrato in acqua senza niente, né le ciambelle né le corde, come me. Mi ha detto di dirigermi verso la prima ragazza, quella più grande, mentre lui si sarebbe concentrato sull’altra. Appena l’ho vista mi ha detto che aveva paura. L’acqua era alta, le onde forti, le ho ribadito di stare calma, di restare sul dorso e che in cinque minuti sarebbe tutto finito. Alla fine, così è stato. Mi sono girato per controllare dove fosse il bagnino con l’altra ragazza. Era in una situazione di shock. Lui non riusciva ad aiutarla, così sono tornato subito indietro. La situazione della ragazza più giovane era disperata: spariva, andava giù e poi risaliva e soprattutto aveva già bevuto tanto. Nel frattempo, la barca di salvataggio aveva recuperato il bagnino e cercava di arrivare a noi, ma eravamo molto vicini ai massi. Dagli scogli hanno iniziato a tirarci delle corde, ma non riuscivamo ad arrivarci. Ho avuto paura. Soprattutto perché la ragazza mi trascinava dentro l’acqua. Era convinta che sarebbe morta. Le ho chiesto di ascoltarmi e di fidarsi. Aveva un solo modo di uscire, ovvero infilarsi in una piccola insenatura tra gli scogli, così l’ho afferrata e l’ho ‘lanciata’ lì, finendo sott’acqua. Dopo essere riemerso, ho perso l’orientamento e sono finito contro gli scogli, poi le persone mi hanno lanciato una corda e sono salito, ferendomi alle braccia e alle gambe. La ragazza era in salvo, ma l’ho saputo a riva. Ho tirato un sospiro di sollievo".
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