Samaden: "Dimarco grande orgoglio. Un rimpianto? Dico Donnarumma"
Si è chiusa dopo 33 anni l'avventura all'Inter di Roberto Samaden, che da oggi lavorerà all'Atalanta: "Ricordo l'ingresso nello spogliatoio insieme a quelli che erano stati i miei idoli: Marini, Graziano Bini, Giavardi, Tagnin, Enea Masiero erano gli altri allenatori del settore giovanile e poi c'ero io al quale era stata affidata la formazione Esordienti. Conobbi Benito Lorenzi e Peppino Prisco. Per me che ero sempre stato interista, fu come entrare in un sogno - le sue parole a Gazzetta.it -. Quanti ragazzini in prova ho valutato? Tanti e tra questi c'era anche Antonio Cassano. Se l'ho bocciato? No, anzi conservo ancora la relazione con il giudizio positivo: lo volevano tutti i grandi club e il Parma era stato vicino a prenderlo, ma alla fine Antonio decise di restare a crescere a Bari e questa probabilmente è stata la sua fortuna. Già a quell'età si vedeva che aveva un talento cristallino: in pochi allenamenti e in un torneo fece cose meravigliose, che i compagni neppure potevano immaginare".
Su Dimarco: "È un orgoglio. Spero e credo che rimarrà a lungo perché ha fatto tutta la trafila delle giovanili ed è... interista sfegatato. Sa quanti gol ha segnato Bonazzoli con i suoi cross? Dai Pulcini alla Primavera lo schema era sempre quello. Qualche rammarico? Più di uno, ma non sempre è stata colpa nostra. È normale pensare a Gigio Donnarumma che era venuto da noi: lo volevamo a tutti i costi, ma, nonostante fossi andato a casa sua, con la sua splendida famiglia ha fatto una scelta diversa".
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