L'ex Fontolan: "Lo scudetto lo vince il Napoli, l'Inter è scoppiata"

L'ex Fontolan: "Lo scudetto lo vince il Napoli, l'Inter è scoppiata"TUTTOmercatoWEB.com
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venerdì 9 maggio 2025, 18:15News
di Marco Corradi

Nel suo intervento ai microfoni della Gazzetta dello Sport Davide Fontolan, ex centrocampista di Cagliari e Bologna tra le altre con un passato in nerazzurro nell'era-Hodgson, si espone così sulla lotta-scudetto: ""È giusto che lo vinca il Napoli, perché ha sbagliato l’Inter. E se sbagli paghi. È la squadra più forte, ma se in una stagione giochi più di 50 partite, scoppi".

Fu espulso per un cazzotto a un compagno.

"Ruotolo, Atalanta-Genoa 1-0. Per tutta la settimana si era parlato del mio passaggio all’Inter, si gioca in un pantano, provo a liberarmi del difensore con un colpo di tacco e scivolo. Ruotolo pensa che voglio fare il fenomeno e mi dà del figlio di puttana, io non gli do un cazzotto, ma un “picchio”. Non sapevo che se picchi un compagno ti danno il rosso".

A Hodgson andò meglio.

"Arriva all’Inter e mi fa: “Sei il mio attaccante ideale”. “Mister, non gioco punta da due anni”. Facevo l’esterno a destra e a sinistra, il terzino, un giorno anche lo stopper quando Bergomi fu espulso e Bagnoli mi mandò a marcare Vialli, che non la prese mai. Il giorno dopo mi chiama Hodgson: “Ho controllato, è vero: fra due o tre anni rubi il posto a Roberto Carlos”. Inter-Fiorentina di Coppa Italia, mi mette dentro all’85’ e il giorno dopo dice: “Male chi entra dalla panchina, non risolvete mai le partite”. L’ho preso solo per il bavero".

All’Inter diventa Fontolino Fontolan.

"Lo inventò Marco Santin della Gialappa’s. Il lunedì dopo un Parma-Inter 4-1, e la gara successiva era il derby, a “Mai dire gol” mi vestirono da mimo con in testa un cappello da carabiniere: venti milioni di multa. Meglio quando li spendevo con le mie scommesse da pirla".

Una Coppa Uefa vinta da uomo spogliatoio e la seconda in campo.

"Festeggiai svenendo, quella finale la sentivo troppo. Mi rilasso al gol di Jonk e inizio a sentire la testa che mi batte. In ospedale firmo per uscire perché il giorno dopo ci sono le convocazioni della Nazionale, mi dicono di non mangiare e non bere e ovviamente obbedisco: affettati e lambrusco a casa di Giovanni Branchini, il mio procuratore".