L’Inter grazie a Sensi batte anche la sua presunzione
Sembrava un Inter-Empoli banale o almeno poteva esserlo, ma la Coppa Italia di quest’anno ama i colpi di scena.
In 120 minuti, quelli che si sperava di non disputare, abbiamo visto l’infortunio di Correa, il vantaggio dell’Inter e la sua sparizione nella ripresa, il ribaltone dell’Empoli e il contro ribaltone dell’Inter con due giocatori come Ranocchia e soprattutto Sensi, che si sono presi la scena.
Lo sviluppo della partita ha visto un Inter propositiva per tutto il primo tempo, con un centrocampo caratterizzato da Vecino, Vidal e Gagliardini, farraginoso per natura e caratteristiche, Darmian a tenere la posizione e Dumfries più votato alle iniziative offensive.
L’infortunio, probabilmente brutto, occorso a Correa dopo cinque minuti, ha funestato l’umore ma l’Inter ha trovato il vantaggio dopo pochi minuti e controllato una gara che avrebbe meritato tanto cinismo quanto intraprendenza e che, nel corso dei minuti, dopo diverse occasioni, è andata spegnendosi.
Nessun rischio, tranne un rigore contestato dai toscani per un fallo di Vecino ritenuto non sussistente dal Var. Nella ripresa i giocatori dell’Inter hanno compiuto il più classico degli errori, ritenendo l’ottavo di finale una formalità da completare, delegando all’Empoli il gioco e l’iniziativa. Un errore fatale che ha permesso di pareggiare, ottenere un rigore inesistente poi cancellato e segnare il raddoppio grazie a un colpo di testa di Cutrone lasciato solissimo, davanti a Radu, sfortunato nel deviare co tacco la palla in rete dopo aaver toccato la traversa. Tutti increduli nel vedere una squadra tanto svogliata e presuntuosa, così Inzaghi ha provveduto a fare il maggior numero di cambi offensivi possibile, tentando l’”all in” con tre attaccanti in campo.
Alla fine il gol lo ha trovato un difensore: Ranocchia, con una girata al volo spettacolare.
Nel primo tempo supplementare l’Inter ha macinato gioco “con più equilibrio perché così non va bene”, come ha detto Inzaghi ai giocatori prima di rientrare in campo. Tre minuti dopo ha messo in campo Sensi e con lui la luce si è accesa, con trame di gioco meno prevedibili e geometrie più precise, fino al gol del centrocampista con le valigie pronte per Genova, proprio lui, bravo a centrare la porta in mezzo alla flla dei difensori empolesi.
A dirla tutta proprio ieri avevo espresso perplessità riguardo il prestito di Sensi, un giocatore dallo spessore tecnico importante, divenuto un oggetto misterioso a causa di una situazione fisica incredibilmente fragile. Non siamo dalle parti di Samuel Jackson in Unbreakable ma poco ci manca. La questione del suo prestito alla Sampdoria lascia spazio a due considerazioni, condivise con i tifosi anche in radio, proprio nel programma de “linterista” su Radio Nerazzurra: la prima riguarda l’opportunità di cedere un giocatore ad una squadra in difficoltà per capire se è davvero in grado di giocare con continuità e qualità, ma in realtà il giocatore è da due mesi che non ha alcun problema fisico, è sempre in panchina e non gioca mai.
La seconda perplessità riguarda il fatto che, se dovesse giocare ed essere decisivo, si tratterebbe di un giocatore rilanciato messo sul mercato a fine stagione, considerando che Marotta vuole Frattesi. Ovvero se funziona lo si cede ad un prezzo più congruo, diversamente resta un problema ma era davvero impossibile provare a rilanciarlo facendolo giocare di più considerando la sua qualità?
L’infortunio di Correa invita ad una riflessione, perché se fosse davvero serio è impensabile pensare di avere una batteria di attaccanti che passa da tre a cinque, di cui uno di 36 anni, senza contare che la prestazione di Lautaro lascia parecchie perplessità.
Sono stati 120 minuti pieni di cose, tra cui uno sforzo che l’Inter avrebbe dovuto risparmiarsi ma anche la gioia di un quarto di finale ottenuto con quel tipo di vittorie che preservano l’ambiente e conservano la serenità
Amala
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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