Inter, è ora di voltare pagina!
Se come ripetono molti addetti ai lavori il duello principale lo Scudetto 2022-23 sarà soprattutto milanese, al di là della mia ottima considerazione di Juventus e Roma, non c’è dubbio che l’esordio rossonero sia stato più convincente di quello nerazzurro.
Per quel che può valere una prima giornata giocata attorno a Ferragosto, mi è sembrato che il Milan e l’Inter abbiano ricominciato esattamente da dove avevano finito qualche mese fa: i rossoneri hanno preso due gol ma ne hanno fatti quattro contro un avversario di medio calibro come l’Udinese, mentre i nerazzurri hanno invece faticato assai più del previsto per vincere all’ultimo respiro contro una neopromossa come il Lecce.
Insomma ho avuto la netta sensazione di due partite più da finale della scorsa stagione che da avvio di questa: rossoneri ancora pieni di autostima e nerazzurri con diversi blocchi psicologici da superare. Prendersi tre punti in trasferta ad una decina di secondi dal fischio finale dà una gioia orgasmica, ma ho visto anche diversi problemi.
Prima di tutto, l’Inter è l’unica grande ancora avviluppata al Mercato in uscita, l’unica che, già sappiamo, non farà più acquisti importanti, a parte il difensore low cost negli ultimi giorni di mercato, ma che anzi rischia ancora di perdere un titolare in extremis tra Skriniar e Dumfries, lo splendido match-winner all’ultimo respiro di Lecce.
Simone Inzaghi ha detto espressamente che il Mercato dell’Inter in entrata è chiuso, ma le successive parole di Marotta sono, ancora una volta, interpretabili. Eccole: “Capisco Inzaghi che sta lavorando ogni giorno su questa squadra, ma noi abbiamo l'obbligo di garantire sia criteri di sostenibilità che una squadra competitiva. Mancano ancora 15 giorni, di certo non ci saranno rivoluzioni!”
Ora se vogliamo esaminare parola per parola il ‘marottese’, l’ultima frase “di certo non ci saranno rivoluzioni” induce all’ottimismo sulla permanenza di Skriniar e Dumfries, ma la precedente, ribadita ancora una volta, “Noi abbiamo l'obbligo di garantire sia criteri di sostenibilità che una squadra competitiva” non mi dà l’assoluta certezza che un’ultima roboante offerta venga sicuramente respinta al mittente estero.
Purtroppo, chiudere il Mercato in uscita a doppia mandata non dipende né da Inzaghi, né da Marotta e Ausilio e probabilmente nemmeno da Steven Zhang, ma dal padrone delle ferriere a Nanchino e se dovesse ordinare che il grosso utile di mercato è meglio farlo subito piuttosto che nel giugno 2003, ultima frontiera indicata dai contabili, siamo fritti!
Possiamo solo sperare che la linea conservativa, disperatamente caldeggiata da Marotta, Ausilio e Inzaghi alla fine abbia la meglio e allora l’Inter sarebbe competitiva per ritentare subito l’aggancio alla seconda Stella sfuggito a sorpresa pochi mesi fa.
Però, anche se l’Inter resta questa, al di là del difensore di completamento in entrata, occorre che la squadra recuperi al più presto condizione fisica e serenità dal mercato. Queste due condizioni non mi preoccupano perché hanno tempistiche rapide e ben definite.
C’è però una terza situazione, che ho intravisto a Lecce, anche se spero di sbagliarmi: mi è sembrato che la delusione per lo Scudetto sfuggito per un soffio non sia stato ancora completamente superata, perché la partita di Lecce l’ho vista come una coda del finale dello scorso anno, con l’Inter con la lingua a penzoloni e sotto pressione ad inseguire vanamente il Milan, dopo aver ciccato il recupero di Bologna.
Ora, finché il trauma di pochi mesi fa non è stato ancora metabolizzato dai tifosi o da chi sta fuori e non gioca, chissenefrega, ma la squadra non se lo può permettere. Deve riprendere forza e coraggio, convincendosi definitivamente di essere comunque reduce da una grande stagione con due splendidi trofei e determinata a prendersi subito il terzo, sfuggito per soli due punti. Insomma è ora di voltare pagina e di accettare la nuova sfida, col cuore più che mai caldo e la mente finalmente fredda.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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