Il mercato dei bla bla (e sono tutti ancora qua)
Partiamo con uno scoop: oggi c’è il derby. E una notizia l’abbiamo data. E ora il secondo: è finito il mercato. E niente, fioccano le notizie.
Non volendo avventurarci in pronostici del menga sulla stracittadina, ci buttiamo sul classico “resoconto di mercato”. E lo facciamo ben volentieri per un solo, vigliacchissimo motivo: temevamo andasse molto peggio.
Pronti? Via.
Alla fine l’Inter ha preso Acerbi, ovvero il “pezzo” che mancava per completare la rosa. È il difensore “preferito” dal club? No, neanche per idea. Non perché non sia un bravo calciatore (lo è), ma perché ha 35 anni e uno stipendio sontuoso. Gli mancano clamorosamente i parametri per finire nel calderone dei “buoni affari”. E però la situazione era chiara: zero euro di budget. E con zero euro di budget altro non si poteva fare (Akanji, per dire, è stato pagato 17.5 milioni dal City a un solo anno dalla scadenza).
Ora, qualcuno dice: “Piutost che nient l’era mej nient”. Ma Inzaghi (e tutte le persone sagge) la pensano diversamente: “Mej piutost”, perché nella stagione delle 324234 partite una in fila all’altra non sai quel che può capitare.
Andiamo a fondo con il resto delle compravendite. L’Inter non ha venduto alcun titolare, l’unico che ha lasciato la truppa è Perisic, ma per il croato i nerazzurri si erano spinti a un’offerta sull’ingaggio francamente molto importante, se non addirittura “oltre logica”.
Gli altri sono tutti lì (oh, tutti).
Dumfries? È lì, eppure il Chelsea lo voleva assai.
Bastoni? Aveva un gran mercato, si è levato dallo stesso in un amen (“Non mi muovo”).
Lautaro? Il Toro è un lusso per questa serie A, il fatto che abbia da subito fatto intendere le sue intenzioni (“resto”) è qualcosa di realmente apprezzabile.
E poi c’è Skriniar, per il quale l’Inter ha scelto di opporre una resistenza micidiale, anche a costo di perderlo a zero tra meno di un anno (oh, il rischio c’è ed è inutile far finta di nulla).
Ecco, sì, non sono arrivati Dybala, Bremer, Mazinga Zeta e i Beatles, ma per il resto l’Inter ha fatto esattamente quello che voleva fare, ovvero completare la sua rosa secondo il principio dell’11+11.
E questo nonostante le chiacchiere degli “esperti”, gli economisti applicati al calcio che “l’Inter dovrà certamente fare cassa con la cessione di uno o due titolari”. E invece no, se li sono tenuti.
Sarebbe bello che gli eco-pallon-espertissimi dicessero la loro, ma invece tacciono, pensa un po’…
Ora, tutto questo po-po di cose ci porta a poter sentenziare “vinceremo il tricolor”? No, affatto. Ma di sicuro possiamo dire che nel limite delle attuali possibilità – e speriamo che prima o poi si possa invertire la tendenza, perché è realmente, indiscutibilmente, evidentemente necessario – chi lavora per l’Effecì ha fatto nuovamente un gran lavoro. Stop.
Ps. Oggi segna Danilo D’Ambrosio al minuto 93 in semirovesciata. L’ho detto.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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