Così non si può andare avanti

Così non si può andare avantiTUTTOmercatoWEB.com
giovedì 29 giugno 2023, 18:55Editoriale
di Lapo De Carlo


Devo essere sincero, non so vi interessa conoscere l’evoluzione dei fatti politici che stanno cambiando da anni il giocattolo del calcio e il relativo approccio dei tifosi.
Eppure dovrebbe interessare parecchio perché il candore e l’ingenuità del tifoso non può più trovare spazio in un contesto nel quale la politica di un Paese (oggi l’Arabia) e gli interessi economici stanno rivoluzionando lo sport in nome di un progetto molto più ampio.
Golf, calcio, basket e ora anche il tennis, presi d’assalto in nome di un cambio definitivo di paradigma.

Ci riguarda? Eccome.
Dovrebbe interessare anche la vera ragione per la quale Zhang sta tenendo l’Inter senza aver ancora ricevuto un’offerta congrua, deciso a rifinanziare il debito, con una situazione di bilancio che costringe la dirigenza a fare salti mortali per mantenere competitiva la squadra. Competitiva, non necessariamente più o ugualmente forte.
E’ inaccettabile andare avanti da anni chiedendosi quali saranno i giocatori sacrificabili per mantenere in equilibrio la voce delle entrate e delle uscite ma, prima che qualcuno pensi che vale per tutti, rifletta sul fatto che è ancora più insopportabile che solo l’Inter paghi ogni anno un interesse di 50 milioni per questo debito.
C’è da chiedersi, dandosi una facile risposta, cosa sarebbe accaduto se l’Inter fosse stata eliminata ai gironi di Champions e avesse incassato meno della metà di quello che ha effettivamente guadagnato.

La dirigenza nerazzurra riuscirà senza alcun dubbio a ideare una squadra forte e ambiziosa, pronta per la prossima stagione e in grado di lottare su tutti i fronti, ma il punto è un altro.
L’Inter non può decidere in autonomia per un debito che non si estingue mai, un contesto italiano inadeguato e basi per vendere alla cifra che Zhang/Suning si aspetta .
Se il club avesse una forza economica sufficiente potrebbe tenere Onana, il portiere che ha ridefinito il ruolo con una presenza e una personalità che nella seconda parte della stagione hanno trascinato la squadra. Andrà via per una cifra tra i 50 e i 60 milioni e non si può dire di no, ma sono comunque soldi che andranno reinvestiti.
Tanti hanno perplessità sulla convenienza di puntare gran parte di quello che entrerà nelle casse per prendersi Lukaku. Ha 31 anni, ha avuto un doppio infortunio ma in giro gli attaccanti costano tanto. Oggi non ci sono parecchi giocatori che fanno la differenza e Lukaku è uno di quelli, gli altri sono scommesse o non alla portata dell’Inter, specie in un momento in cui gli arabi hanno stravolto ogni logica.



Brozovic non è andato all’Al Nassr perché non era convinto dall’idea di chiudere la sua carriera in Arabia Saudita, nonostante l’offerta spaventosa. E’ più tentato dal Barcellona, che non ha abbastanza denaro per fare un offerta che pareggi quella degli arabi. Potrebbe fare cassa vendendo Kessie ma questo minuetto sta bloccando le strategie della dirigenza (Frattesi) la quale, nel frattempo, ha portato a casa Thuram, attaccante magnifico che se fosse arrivato due anni prima forse avrebbe cambiato il destino nell’anno dello scudetto mancato.

Ho seguito l’intervista all’amministratore delegato dell’Inter Alessandro Antonello. Il dirigente dell’Inter ha rilasciato dichiarazioni che credevo meritassero un approfondimento e invece niente. Una delle dichiarazioni più forti è stata: “Siamo troppo eurocentrici quando parliamo di calcio, la visione che la FIFA ha voluto portare è una globalizzazione del mondo del calcio. Nei prossimi anni gli Stati Uniti diventeranno il centro dell’attenzione, gli arabi hanno un programma che è partito dalle infrastrutture, su cui creerà una delle future potenze mondiali nell’ambito del calcio”
Perciò la Champions League diventerà il corrispettive dell’Europeo, il Mondiale per club a cui partecipano anche club arabi e americani il nuovo centro dell’Universo calcio, anche se per ora si giocherà ogni quattro anni, il Campionato diventerà per certi versi un fastidio, con i pochi soldi che mette a disposizione.

Antonello ha detto anche: “Noi proviamo a fare impresa, così come il Milan. Se poi non ci viene consentito di farlo, non è colpa nostra".
Il calcio italiano, a cui viene elargito ogni tanto il beneficio di spalmare i debiti, non riesce a creare impresa e a far capire che c’è bisogno di una rivoluzione urgente, con una benedetta legge sugli stadi e un governo che conosca il tema, intraprendendo una strada verticale verso una sorta di Premier italiana.
Fate presto perché il calcio italiano sta perdendo valore con una velocità impressionante. Sembra che le istituzioni politiche e sportive del nostro Paese siano lontane anni luce dall’idea di fare davvero qualcosa che non sia l’attesa dei soldi che arrivano dai diritti televisivi.