L'analisi di Libero: "Su Correa Inzaghi si gioca una parte di credibilità"
Tutti, addetti ai lavori e tifosi, si aspettavano altro da Joaquin Correa. Il Tucu la scorsa estate è stato presentato come l'uomo in grado di poter confererire fantasia, ma soprattutto imprevedibilità ad una squadra che negli ultimi anni ne ha avuta ben poca. Ma Joaquin ha passato più tempo in infermeria che sul terreno di gioco. Per questo i colleghi di Libero hanno voluto fare il punto su un ragazzo che ha tutto per conquistare i tifosi nerazzurri in questo finale di stagione, a partire dalla sfida di stasera contro il Verona: "Più che un’occasione, per Joaquin Correa è un’ultima chiamata. Giocherà titolare contro il Verona (alle 18, diretta Dazn) per via della squalifica di Lautaro Martinez, quattro mesi dopo l’ultima volta: era il 4 dicembre, l’Inter affrontava la Roma all’Olimpico e il Tucu fu preferito al connazionale al fianco di Dzeko. Risultato? Tre a zero per i nerazzurri.
Un caso? Forse, o forse no. Correa giocò 59 minuti prima di accusare il primo dei due problemi muscolari che lo hanno tenuto lontano dai campi per quasi tre mesi, ma in quel momento la squadra era già in vantaggio di tre reti. L’intesa con Dzeko sembrava ottima, migliore rispetto a quella del bosniaco con Lautaro in molte altre partite, non tanto per una questione umana, quanto per caratteristiche tecniche: Correa è abile a tagliare il campo in verticale e a guadagnare la profondità, così sfrutta al meglio il lavoro di cucitura spalle alla porta del compagno. Vale lo stesso discorso in coppia con Lautaro, più prima che seconda punta: il Tucu è quindi l’ideale partner di due titolari che non sembrano perfetti l’uno per l’altro. Finora non ha dato all’Inter ciò che prometteva. Il doppio infortunio lo ha messo in mostra come giocatore fragile e la cosa non è piaciuta ai tifosi, che da qualche tempo si domandano se l’investimento estivo è stato corretto. I dubbi pesano anche su Inzaghi, che su Correa si gioca una parte di credibilità, visto che è il suo uomo scelto. L’Inter ci ha investito 30 milioni dei 45 messi a disposizione dalla proprietà dalle cessioni di Hakimi e Lukaku (il resto serviva per la gestione del club), il resto è finito su Dumfries: costato la metà, l’olandese sta rendendo il doppio, anche per l’evidente crescita che corrisponde invece all’involuzione dell’argentino".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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